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mercoledì 6 aprile 2022

Russia-Ucraina. Orrore senza fine nel XXI secolo

Oltre alla disumana vicenda di Bucha, in Ucraina si registrano altri massacri. 

Le stesse Nazioni Unite hanno documentato finora l’uccisione di 1.480 civili in Ucraina, dall’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sostiene che «si è in presenza di evidenti crimini di guerra».

Il governo  ucraino di  Zelensky sostiene che altre  atrocità anche più terribili sono state individuate nella cittadina di Borodianka, ad una ventina di chilometri a nordest di Bucha, ad una cinquantina dalla capitale. «Gran parte degli edifici sono stati distrutti, stimiamo vi siano ancora 200 morti sotto le macerie, nelle cantine e nei giardini. La nostra area fu la prima ad essere occupata dalle truppe russe il 24 febbraio mentre marciavano su Kiev ed è stata liberata solo domenica scorsa, va ancora pulita e bonificata. Come a Bucha, stiamo cercando le fosse comuni», sostiene il sindaco di Borodianka, Georgiy Erko.
Notizie di massacri provengono anche dalle cittadine attorno a Kharkiv, dalle quali i russi stanno ritirandosi in modo sempre più rapido, e inoltre a Chernihiv, sulla strada che da Kiev porta in Russia, e quindi a Sumy e Izyum, dove i comandi di Putin cercano di riorganizzare le truppe per stringere d’assedio i contingenti ucraini impegnati per contenere l’avanzata nemica dal Donss. E occorre ancora attendere per capire cosa sia davvero accaduto nel mattatoio di Mariupol.

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