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mercoledì 6 aprile 2022

Russia - Ucraina. Mettere in conto cosa può capitare ai bambini ...

 Un articolo ripreso dal 

Corriere della Sera

I soldati almeno hanno le piastrine di riconoscimento, i bambini nemmeno quelle: così Oleksandra Makoviy ha scritto sulla schiena della figlia il nome e il cognome. L’avrà buttata sullo scherzo: «Vira, facciamo un gioco». E allora, nel gioco della nuova carta d’identità ucraina, più che digitale potremmo dire epidermica, ambulante, la mamma ci ha messo pure la data di nascita, e il numero di telefono dei genitori. Un gioco maledettamente serio, perché in guerra non si sa mai. La mente di una persona prende vie strane, molto pratiche o quasi aberranti, comunque impensabili in Ucraina fino a quarantuno giorni fa. Il racconto di Oleksandra è riportato da Iuliia Mendel via Twitter e finisce sul Guardian. «Addirittura mi sono sorpresa a pensare — conclude la mamma — “Ma a questo punto, perché non farle un tatuaggio?”».

Un’altra mamma, dall’altra parte del confine. È una donna russa di 45 anni, analista politica, che racconta al New York Times di aver fatto il giro di tante stazioni di polizia a Mosca, nell’ultimo mese, per chiedere il rilascio del figlio teenager, ogni volta arrestato nelle proteste di piazza contro la guerra. Il ragazzo ora riceve minacce sui social media, segno che la polizia ha passato i suoi dati a un giro organizzato di bulli di regime. I poliziotti non li ha trovati molto entusiasti del conflitto, dice la mamma di Mosca, anzi piuttosto apatici. Il suo caso è opposto a quello della mamma ucraina. Altro che carta d’identità scritta sulla pelle: la mamma di Mosca non rivela nemmeno il suo nome, per paura di ulteriori pericoli per lei e per il figlio. Dice: «Mi sento come una particella nell’oceano. Qualcuno ha deciso tutto, anche per noi. È questa passività appresa, la nostra tragedia».
Michele Farina

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