L'Occidente ed il mondo (2)
Ci fu un periodo storico, a fine Ottocento, in cui l'Italia da paese dominato fino a non molti decenni prima da varie dinastie estere, e con tante regioni dipendenti ora dalla Spagna ed ora dall'Austria, ritiene di dovere acquisire -secondo la cultura del tempo- prestigio iniziando una politica di espansione coloniale. Fu deciso così di avviare l'avventura africana, destinata comunque a concludersi piuttosto presto, durante la seconda guerra mondiale.
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Il porticciolo fu "comprato" da un presunto nominale proprietario, un sultano che si diceva abitasse lontanissimo, all'interno, ma la sovranità veniva esercitata da due notabili: Hassan e Ibrahim, figli di Ahmad. Praticamente dei capi villaggio.
Quell'iniziativa, tutta ad impronta commerciale, dura poco. Il successivo 29 aprile, in quel porticciolo arriva una piccola nave da guerra egiziana che sbarca un plotone di marinai che prende, letteralmente a pedate Hassan e Ibrahim e le poche baracche costruite dagli italiani vengono date alle fiamme. Quel primo presidio italiano in Africa, sotto la copertura della società Rubattino, viene soffocato sul nascere, alcuni dicono al primo vagito.
Fu un modo "tutto italiano" di espansionismo coloniale. E ci è piaciuto ricordarlo alla luce del modo imperiale (zarista) alla Putin, dominante ai nostri giorni.
(Segue)
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