sabato 9 aprile 2022

Curiosità guerresche

L'Occidente ed il mondo (2) 

Ci fu un periodo storico, a fine Ottocento, in cui l'Italia da paese dominato fino a non molti decenni prima da varie dinastie estere, e con tante regioni dipendenti ora dalla Spagna ed ora dall'Austria, ritiene di dovere acquisire -secondo la cultura del tempo- prestigio iniziando una politica di espansione coloniale. Fu deciso così di avviare l'avventura africana, destinata comunque a concludersi piuttosto presto, durante la seconda guerra mondiale.

= = = 

La scelta della spedizione
Sapeto-Acton-Rubattino
cadde sulla Baia di Assab
(nella cartina), che venne acquistata
da due notabili del luogo
l'11 marzo 1870 per 6000 tallari,
circa 30mila lire dell'epoca.
Da quel piccolo porto di questa
baia prese avvio l'espansione
italiana in Africa.

Il mal d'Africa italiano, ossia l'avventura coloniale dell'Italia dura esattamente 73 anni e due mesi. Termina con l'estromissione delle armate dell'Asse (Italia-Germania) da Capo Bon, durante la seconda guerra mondiale, e comincia l'11 marzo del 1870, con l'acquisto di un piccolo, lontanissimo, ignoratissimo porticciolo della costa eritrea, nella Baia di Assab.

Il porticciolo fu "comprato" da un presunto nominale proprietario, un sultano che si diceva abitasse lontanissimo, all'interno, ma la sovranità veniva esercitata da due notabili: Hassan e Ibrahim, figli di Ahmad. Praticamente dei capi villaggio.

Quell'iniziativa, tutta ad impronta commerciale, dura poco. Il successivo 29 aprile, in quel porticciolo arriva una piccola nave da guerra egiziana che sbarca un plotone di marinai che prende, letteralmente a pedate Hassan e Ibrahim e le poche baracche costruite dagli italiani vengono date alle fiamme. Quel primo presidio italiano in Africa, sotto la copertura della società Rubattino, viene soffocato sul nascere, alcuni dicono al primo vagito.

 Fu un modo "tutto italiano" di espansionismo coloniale. E ci è piaciuto ricordarlo alla luce del modo imperiale (zarista) alla Putin, dominante ai nostri giorni.

(Segue)

Nessun commento:

Posta un commento