sabato 9 aprile 2022

Era il 9 Aprile

 1868 

Bologna: Giosuè Carducci, titolare della cattedra di letteratura italiana all’università, viene sospeso per 75 giorni, per aver sottoscritto una lettera diretta a Mazzini e Garibaldi.

"Abituale e cospicua partecipazione ad associazioni politiche di intenti notoriamente demagogici". E' uno dei capi d' accusa sulla base dei quali nell' aprile del 1868 Giosue Carducci venne sospeso per due mesi dall' insegnamento della letteratura italiana all' università di Bologna. A condannarlo fu il consiglio universitario, riunito in seduta straordinaria, con 14 voti favorevoli e 4 contrari. I verbali di quel processo, scritti interamente a mano e rimasti fino ad ora inediti, sono stati ritrovati al ministero della Pubblica Istruzione e consentono di ricostruire per intero la storia di un "processo esemplare". 

Sul banco degli imputati, insieme al poeta, che i due mesi senza stipendio ridussero praticamente alla fame, c' erano altri due professori. Ex garibaldini convinti, i tre intemperanti cattedratici si resero colpevoli di aver scritto una lettera a Mazzini dove - si legge nell' elenco delle accuse - "s'erano fatti voti per il trionfo di una causa e di un principio in aperta contraddizione coi principi e le guarentigie che sono posti a fondamento della costituzione civile dello Stato". 

Tutta la vicenda è ora riportata, con dovizia di particolari, in un libro dedicato a La politica universitaria italiana nell'età della destra storica, scritto da Simonetta Polenghi della Cattolica di Milano e pubblicato dall' editrice La Scuola. Attraverso il paziente scavo negli archivi, nei carteggi privati, nei documenti parlamentari, vengono alla luce per la prima volta in modo chiaro il ruolo dell' intellettuale in quel periodo, le condizioni degli atenei, l' emarginazione scolastica femminile e la ricostruzione del processo al poeta condannato perché repubblicano. (Fonte: Archivio La Repubblica)

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