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venerdì 10 ottobre 2014

La crisi italiana ? Nessun politico nel nostro paese capisce di economia, e ancor meno di finanza

I quindicenni italiani sono risultati penultimi all’indagine sulle competenze finanziarie dei giovani nei Paesi Ocse. 
Non a caso i dati negativi riflettono anche le debolissime competenze economico-finanziarie delle classi dirigenti e nella società italiana, in cui prevale il giuridico, l’amministrativo, il causidico. 
Le scelte -siamo abituati- le compiono i tecnici, dei risparmi -siamo abituati- si occupa la banca, la dichiarazione dei redditi -siamo abituati- la fa il commercialista. 
Le capacità economiche dei cittadini italiani sono deboli e gli aspetti economici -nel nostro paese- secondari anche quando dovrebbero predominare.

Cosa è l’economia ?
L’economia, se è una scienza, è scienza giovane con principi mutevoli, condizionati nelle Università dai conflitti tra le scuole di pensiero, e nella società da strumentalizzazioni e intrusioni ideologiche e politiche.
L’economia “buona” è comunque quella che dà criteri per effettuare scelte, che studia come le risorse possano essere base per un’ulteriore crescita della ricchezza, che analizza la razionalità dei comportamenti umani assieme ad aspetti non razionali.
Nell’economia “buona” i dati storici di lungo periodo intervengono potentemente e l’analisi matematica e la statistica comprovano in modo empirico le differenti teorie.

L’economia in queste prospettive è un ponte possibile tra le scienze dure e le cosiddette humanities.

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