Jobs Act, lo chiamano così.
Vorrebbe e dovrebbe essere la disciplina sulle
garanzie del mondo del lavoro, del mercato del lavoro, e delle condizioni in
cui i lavoratori si trovano quando viene a mancare il lavoro.
E' una problematica di pretta marca socialista.
Sempre e solo i governi a partecipazione socialista si
occupano di queste problematiche. Forse perchè li accredita la vera (o presunta)
vicinanza al mondo sindacale.
La signora Tacher ci mise mano, ma poco dopo il
laburista Blair ha reimpostato sia il welfare (che
è stato ampiamente rifinanziato) e il lavoro britannico istituendo, fra l'altro, il salario minimo
(a risarcimento delle rovine conservatrici della signora cattiva, come
le Trade Union chiamavano la signora di ferro).
Schroeder, il cancelliere socialdemocratico, invece i
tagli in Germania li ha fatti (e come !!!), a un welfare tedesco considerato
insostenibile: ma intanto sarebbe bene ricordare che dopo il piano “Hartz IV”
il sistema sociale tedesco rimane -ad oggi- comunque di gran lunga più ampio e
universale di quello italiano, e quindi quando si dice -da noi- di “fare come
Schroeder” non vorrebbe certo dire tagliare, ma dovere spendere parecchio di
più.
Il sistema tedesco, riformato in un periodo in cui
invece in Italia era di moda trovare dietro ogni angolo del Palazzo dei
"tesoretti" per lo sperpero e le campagne elettorali alla Prodi o
alla Berlusconi, consente oggi alla Germania di subire in maniera attenuata e
quasi inavvertiti i morsi della crisi.
Certo in quella riforma ci sono delle zone "antipatiche"
per i palati socialisti quale è il "mini-job", cioè i lavori precari
a 450 euro al mese massimo, che dovevano assorbire il lavoro nero di studenti e
casalinghe e dare un primo ingresso nel mercato del lavoro ai giovani, senza praticamente
contributi e pensione e anche permettendo di integrare sussidio di
disoccupazione e mini-job secondo certi parametri aritmetici.
La condizione di mini-jobber -a distanza di anni dal
governo Schroeder- si è cronicizzata e tanti ormai lavorano esclusivamente così e c’è
aria che continueranno così. Non avendo contributi cosa capiterà loro arrivati
alla vecchiaia?
Inoltre, il mini-job che si congiunge a unArbeitlosengeld che diventa
un’integrazione di salario oggi -di fatto- serve ai datori di
lavoro, che offrono mini-job con mini salari, ma intrappola il lavoratore.
Potremmo passare adesso ad una breve rassegna della situazione
danese: flexsecurity. Quello è un sistema che costa:
altro che austerità. Ci vuole un carico fiscale tostissimo per sostenerlo,
servizi capillari, alto livello di formazione della manodopera…
Torneremo sull'argomento fra qualche giorno, per
capire il perchè la socialista Camusso non si intende col neo-socialista Renzi.
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