giovedì 9 ottobre 2014

Renzi e la Camusso. Per affrontare i temi del lavoro bisogna essere pragmatici; guai se si tira fuori l'ideologia

Jobs Act,  lo chiamano così. 
Vorrebbe e dovrebbe essere la disciplina sulle garanzie del mondo del lavoro, del mercato del lavoro, e delle condizioni in cui i lavoratori si trovano quando viene a mancare il lavoro.
E' una problematica di pretta marca socialista. 
Sempre e solo i governi a partecipazione socialista si occupano di queste problematiche. Forse perchè li accredita la vera (o presunta) vicinanza al mondo sindacale.

La signora Tacher ci mise mano, ma poco dopo il laburista Blair ha reimpostato sia il welfare (che è stato ampiamente rifinanziato) e il lavoro britannico istituendo, fra l'altro, il salario minimo (a risarcimento delle rovine conservatrici della signora cattiva, come le Trade Union chiamavano la signora di ferro).
Schroeder, il cancelliere socialdemocratico, invece i tagli in Germania li ha fatti (e come !!!), a un welfare tedesco considerato insostenibile: ma intanto sarebbe bene ricordare che dopo il piano “Hartz IV” il sistema sociale tedesco rimane -ad oggi- comunque di gran lunga più ampio e universale di quello italiano, e quindi quando si dice -da noi- di “fare come Schroeder” non vorrebbe certo dire tagliare, ma dovere spendere parecchio di più. 
Il sistema tedesco, riformato in un periodo in cui invece in Italia era di moda trovare dietro ogni angolo del Palazzo dei "tesoretti" per lo sperpero e le campagne elettorali alla Prodi o alla Berlusconi, consente oggi alla Germania di subire in maniera attenuata e quasi inavvertiti i morsi della crisi.
Certo in quella riforma ci sono delle zone "antipatiche" per i palati socialisti quale è il "mini-job", cioè i lavori precari a 450 euro al mese massimo, che dovevano assorbire il lavoro nero di studenti e casalinghe e dare un primo ingresso nel mercato del lavoro ai giovani, senza praticamente contributi e pensione e anche permettendo di integrare sussidio di disoccupazione e mini-job secondo certi parametri aritmetici. 
La condizione di mini-jobber -a distanza di anni dal governo Schroeder- si è cronicizzata e tanti ormai lavorano esclusivamente così e c’è aria che continueranno così. Non avendo contributi cosa capiterà loro arrivati alla vecchiaia? 
Inoltre, il mini-job che si congiunge a unArbeitlosengeld che diventa un’integrazione di salario  oggi -di fatto-  serve ai datori di lavoro, che offrono mini-job con mini salari, ma intrappola il lavoratore.
Potremmo passare adesso ad una breve rassegna della situazione danese:  flexsecurity. Quello è un sistema che costa: altro che austerità. Ci vuole un carico fiscale tostissimo per sostenerlo, servizi capillari, alto livello di formazione della manodopera…

Torneremo sull'argomento fra qualche giorno, per capire il perchè la socialista Camusso non si intende col neo-socialista Renzi.

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