dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)
63. La volontà di Dio: "siate
perfetti"
La volontà di Dio è questo, che vi santifichiate (1 Tes. 4,3: cfr Ef 1,4). Siate perfetti comre perfetto è il Padre vosto celeste (Mt 5,48). Ogni cristiano per effetto della rigenerazione dello Spirito, cioè con il sacramento del Battesimo, in novità di vita, fa splendere le sue opere di giustizia in Cristo più che qualunque pietra preziosa (cgr S. Basilio, Il Battesimo. 1544a; Salmo 18,11; Fil 2,15; Mt 5,14; 1 Pt 1,15-16; 1 Pt 2,5.
S. Basilio, in De Spir. S. (109bc), così si ewsprime: "le anime portatrici dello Spirito, illuminate dallo Spirito, esse stesse risplendono, perché spirituali, e trasmettono anche agli altri la grazia". Per il Battesimo il cristiano diventa discepolo del Signore, perché chiunque si accosta al Signore per seguirlo ascolta le sue parole, crede e obbedisce a Lui nella speranza della vita eterna (cfr Tt 1,2; S. Basilio, Il Battesimo 1516b). Quindi essendo stati fatti compartecipi della natura divina (II Pt 1,4) e perciò realmente santi, devono, con l'aiuto di Dio, con l'energia vdello Spirito Santo, mantenerre e perfezionare, con la propria vita, la santità che hanno ricevuto (cfr Lc 40). Per questo il Signore ha mandato lo Sprito Santo che ci sprona internamente ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze (cfr Mc 12,30) e ad amarci a vicenda come Lui ci ha amati (Cfr Gv 13,34; 15,12).
La profonda conoscrenza di DEio, e di conseguenza di noi stessi, ci porta alla piena conformazione alla divina volontà (cfr Padre nostro). Conoscendo così sempre più la nostra imperfezione e debolezza, sorge spontanea l'elevazione della nostra mente a Dio, cioà la preghiera. Per suo mezzo uniamo a Dio tutte le nostre facoltà: memoria, fantasia, intelligenza, volontà così i nostri atti esterni divengono l'espressione più autentica del nostro spirito di preghiera.
64). La metànoia - conversione
L'assimilazione personale e comunitaria della grazia d'elezione, cioè della santità, richiede un percorso che inizia con una metànoia consapevole - cioè con un "separartsi" dal 'mondo' inteso come peccato, alienazione da Dio, da sé stessi e dall'altro -e che dura per tutta la vita e diventa annuncio (kérigma) e testimonianza (martyrìa) 'per' la salvezza del mondo.
Quando nel credo esprimiamo la nostra fede nella Chiesa santa, proclamiamo quanto in essa è operato dalla multiforme abbondanza della presenza dello Spirito, che Dio effonde per lei senza misura (cgr Gv 3,34). La fonte inesauribile della santità oggettiva della Chiesa è la comunicazione delle energie divine increate che ad essa viene fatta attraverso i sacramenti, i carismi, la preghiera, la fede e l'amore condivisi. Mentre cresce in santità grazie al dono di Dio, la Chiesa sperimenta altresì contemporaneamente, nei suoi membri - chiamati peraltro tutti alla santità anche soggettiva dalla fondante cocazione battesimale -, la propria condizione di peccato, di perenne necessità, di conversione e di purificazione.
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La reciproca comprensione
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La pensa così ...
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Il giornalista (Marco Politi) ha chiesto all'allora (2005) cardinale Ratzinger perché delle divisioni fra cristiani. Questa la risposta
--Se il mondo religioso è frammentato lo si deve, in primo luogo, al fatto che le religioni non si conoscono le une con le altre. Il mondo cristiano in particolare è scisso proprio per questo motivo, giacché le sue confessioni non si conoscono reciprocamente. Coinvolte in una polemica che le dissangua, esse non hanno quasi più la forza di vivere per se stesse. Le confessioni sono come quelle persone che amano denunciare il prossimo e dilapidano le proprie sostanze in processi, vivendo in miseria e a pancia vuota. Se solo un'infima parte dell'energia che si spreca per essere ostili al prossimo venisse utilizzata per amare se stessi, l'umanità potrebbe tirare il fiato e prosperare. Dunque non si possono tirare conclusioni troppo ottimistiche quanto alla possibilità di una piena concordia mondiale; tra l'altro bisognerebbe anche chiedersi se al mondo serva una piena identità di vedute. Quel che deve esserci, piuttosto, è una reciproca comprensione, foss'anche solo per sapere che cosa non si intende accettare e per rendersi conto dei motivi di un tale rifiuto. A quel punto anche i contorni dello scontro risulterebbero più nitidi e la pace più sostanziale.
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