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domenica 22 maggio 2022

Il Blog e le diverse vie per conoscere il mondo: La Letteratura (4)

 Nel XII secolo in tutti gli ambienti europei, dalla Spagna alla Germania, dall'Inghilterra dalla Sicilia, si era propagata nei gangli più vitali della società l'assimilazione -come sostenevano i più tenaci avversari-  delle "novità" propagate dai "libri dei gentili e degli infedeli", ormai completamente estranee alla teologia "monastica".

 I nuovi testi diffondevano concezioni difficilmente assimilabili nell'immagine cristiana della realtà e dell'uomo, di un modo di concepire la natura, del suo ordine e significato. Appariva all'orizzonte un concetto di natura autonoma nei suoi stessi processi formativi, soggetta a leggi proprie e immutabili, esclusa da ogni disegno soprannaturale. La realtà fisica del mondo -sostanzialmente- cominciava ad apparire come un "dominio" affrancato dalla secolare dipendenza dall'interpretazione scritturale, biblica. La natura diventava -conseguentemente- ambito di indagine libera e da inquadrare nel ritmo eterno di una necessità scandita dai moti del cielo e dalle loro influenze.

 Iniziò sostanzialmente il dissolvimento della certezza di una unica dottrina che comprendeva "tutte le cose umane e divine", e crebbe nelle scuole l'autorità di quei libri che sostenevano esplicitamente l'estraneità del volere divino dal sistema mondano delle cause. Sui problemi dell'anima e della sua natura l'analisi veniva sottratta alla religiosità ed affidata invece alla filosofia.

 Fu inevitabile in quel nuovo contesto che gli stessi filosofi e teologi cristiani dovettero imparare a misurarsi con idee, concetti e linguaggi del tutto nuovi e spesso sconvolgenti. Si presentò un orizzonte che frequentemente metteva in difficoltà gli ambienti intellettuali ecclesiastici e, pure, i laici.

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