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martedì 5 aprile 2022

Russia - Ucraina. Il vertice dei populisti e sovranisti italiani non apre bocca

 C'era una volta Grillo, quell'uomo tanto seguito

nel corso delle campagne elettorali e tanto premiato nelle urne

Il fondatore del M5S -leggiamo su un giornale- si è specializzato nel ghosting a intermittenza, sparisce per lunghi periodi dalla vita del Movimento e poi -all'improvviso- torna a galla per salvare il salvabile della sua creatura.  

Beppe Grillo dopo un mese e mezzo di guerra non ha aperto bocca. E' il suo modo di eclissarsi. Da lui non abbiamo ascoltato, o meglio non gli è mai uscito in tutti questi giorni dalla bocca il nome di  Putin, in un intervento pubblico. Il capo-fondatore del partito con più parlamentari in Parlamento da quando è cominciata l’invasione, non ha mai parlato neanche della guerra

 Probabilmente la notizia della guerra finora non l’ha raggiunto nella sua residenza, nè il suo Movimento la ritiene degna di nota. Qualche giornale ironizza che forse "il fondatore" del movimento dei populisti italiani non risponde più al telefono a Luigi Di Maio e a Giuseppe Conte.

 Più giornali in assenza di dichiarazioni pubbliche del leader hanno aperto gli archivi dove sono rintracciabili le sue dichiarazioni vecchie, del passato: «La politica internazionale ha bisogno di uomini di Stato forti come Putin e come Trump»

Sarebbe il caso che "il fondatore" in un suo bel monologhino, di quei video surreali ai quali siamo abituati, ci chiarisse -populisticamente- in che fase del suo mondo "ipotizzato" siamo, al seguito dei suoi paladini.

Vero è che chi ha un elettorato populista non è tenuto a dare spiegazioni ! L’Elevato non ha certo tempo per dare spiegazioni ai giornalisti.

 Il blog del Movimento si occupa in questi giorni della scarsa diffusione dell’energia solare, dello stralcio da un libro del fondatore della fantomatica blue economy, Gunter Pauli, sulle particelle di plastica, sulla realtà aumentata, sul reddito universale, sul metaverso, sui robot archeologici. 

 Su quel Blog è persino difficile rintracciare la parola Putin

 Massimo Franco, sul Corriere della Sera, pochi giorni fa, scriveva: «Siamo di fronte a una miscela di resistenze, che dipendono dai legami politici tra i populisti e il Cremlino: a cominciare dalla Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle; ma anche dai rapporti personali con Putin di leader come Silvio Berlusconi, silente da molti giorni. D’altronde, è una zavorra difficile da dimenticare in poche settimane».

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Vedremo in prossime pagine cosa dicono, o non dicono, i populisti e sovranisti italiani, amici (o già amici) di Putin sulla situazione ucraina. Quel Matteo Salvini cacciato via da un sindaco polacco che -a reti tv unificate- ha tirato fuori dal cassetto una maglietta come quelle indossate dal leghista quando inneggiava a Putin, pare pure lui abbia scelto il silenzio. E Berlusconi, che dice ?

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