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lunedì 1 dicembre 2014

8 per mille alla Chiesa cattolica. La Corte dei Conti ha perplessità e addita la mancanza di trasparenza

Nel 1990 la Chiesa cattolica riceveva 200 milioni di lire dall'8 per mille, ossia da quell'importo che i contribuenti destinano, quando firmano il 730.
Quest'anno che si avvia a concludersi, sempre la Chiesa Cattolica, è arrivata a toccare vette oltre il miliardo di euro. 
In questo contesto la Corte dei Conti ritiene che si sia perso il controllo del fenomeno. 

Secondo i magistrati della Corte dei Conti “è opportuna una rinegoziazione” del sistema introdotto nel 1985 che risulta “opaco, senza controlli, senza informazione per i cittadini, discriminante dal punto di vista della pluralità religiosa” e i cui fondi – nonostante la congiuntura di consistente riduzione della spesa pubblica – si sono incrementati in modo considerevole e costante"

Secondo quanto messo alla luce dalla Corte, i contributi alle confessioni risultano ingenti, “tali da non avere riscontro in altre realtà europee, avendo superato ampiamente il miliardo di euro per anno”. 
Inoltre, i magistrati contabili hanno rilevato la mancanza di trasparenza poiché “sul sito web della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non vengono -infatti- riportate le attribuzioni alle confessioni, né la destinazione che queste danno alle somme ricevute”.

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