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martedì 18 settembre 2012
Diseguaglianza. Come la mettiamo ? Un uscere (commesso) del Senato guadagna meno del collega dell'Ars
I dipendenti del Senato della Repubblica guadagnano in media 150 mila euro l’anno e rifiutano categoricamente di essere considerati "casta" e lo dimostrano esibendo le loro tessere sindacali; sono lavoratori iscritti e difesi da cgil, cisl, uil.
In questi giorni si riuniscono con frequenza per fronteggiare le "dicerie" che corrono sul loro conto: nel dopoelezioni saranno fra le prime vittime dei tagli.
e' interessante leggere le "dotte" relazioni che questi poveri lavoratori elaborano sul piano tecnico-giuridico per tutelare quelli che definiscono "diritti acquisti". Giusto ieri in Senato (17 settembre) 300 dipendenti su quasi 900 hanno tenuto la loro sobria assemblea.
Questi poveri "lavoratori" intendono smontare la diceria che essi possiedano privilegi. Gli scatti automatici che rendono i loro stipendi sideralmente più alti delle corrispettive mansioni nel pubblico normale e nel privato non sono privilegi, bensi' una progressione economica che consente di moltiplicare per quattro l’entità della busta paga nella carriera lavorativa. Sono i giornalisti che, da ignoranti scrivono senza cognizione di causa.
Il povero commesso (usciere) del Senato viene spesso attaccato dalla stampa per il fatto che arrivi a percepire 160 mila euro di trattamento economico annuo. Questi poverelli, difesi a spada tratta da Cgil, Cisl, Uil, devono affrontare la crisi del nostro paese e quindi meriterebbero dei miglioramenti economici non la minaccia, le dicerie di dover essre maltrattati nel dopo-elezioni.
Nel corso dell'Assemblea si e' saputo che i dipendenti della Camera dei Deputati sono retribuiti molto meglio e quelli dell'Assemblea Regionale Siciliana ancora meglio e nessuno contro questi mette in giro le vergognose "dicerie" che invece i poveretti del Senato devono subire.
I giornalisti inoltre non considerano che i dipendenti del Senato non possono ricorrere a giudici terzi, se qualcosa va storto e se c’è una controversia di lavoro decidono gli organi interni, ossia i loro amici di lavoro.
Le retribuzioni sono davvero misetabili, si consideri che lo stenografo guadagna appena 287 mila euro all'anno, e sono in numero inferiore -proporzionalmente ai 18 colleghi che all'Assemblea Regionale si alternano sul tavolo di lavoro nell'arco di un ora.
Un dipendente del Senato con qualifica di "consigliere parlamentare" a fine carriera riesce a guadagnare appena 417 mila euro annui.
I dipendente del Senato hanno evidenziato che lavorano otto ore e mezzo e se vanno oltre lo straordinario non è previsto. Questa e' una vera vergogna, infatti qualcuno sostiene che invece all'Ars lo straordinario venga retribuito.
I dipendenti del senato hanno additato, comunque, dove stiano gli sprechi e i privilegi, nei politici.
“Paghiamo la cattiva immagine della politica”, questa è la sintesi più efficace uscita dalla sobria riunione dei dipendenti del Senato. Il dipendente del Senato non piange il morto, non si lamenta e se lo fa lo fa sobriamente. Diciamo che per esempio non è d’accordo con l’assurda proposta del “questore” Aragna, parlamentare Pd, che un mese e mezzo fa aveva osato minacciare: “Se entro fine anno non si trova l’accordo sospenderemo la progressione economica per tutto il personale dipendente”. Il dipendente del Senato si è subito sistemato in posizione di sobria autotutela: il diritto acquisito. Quello che non e' valso pero per i pensiotati italiani col decreto "salva Italia". I dipendenti del Senato hanno rivalutato il diritto acquisito.
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