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mercoledì 26 settembre 2012

Concorso Scuola. Il ministro lancia ora messaggi ai precari ed ora ai giovani laureati

Il concorso bandito ieri sulla Gurs è contestato da più fronti.
I giovani neo-laureati contestano l’affermazione del Ministro Profumo che con esso si voglia ringiovanire almeno in parte  la categoria  docente che pare abbia un’età media tra le più alte dell’intera area Ocse.
E allora per chi è fatto questo concorso ?
A sentire il ministro Profumo il concorso è “una grande opportunità” per i precari delle graduatorie cosiddette ad esaurimento “cui viene data la possibilità, indipendentemente dalla posizione in graduatoria, di accelerare il loro percorso e di entrare in ruolo prima degli altri“.
Tutto questo ambaradam dunque - e chissà quanti milioni di euro verrà a costare - perché dei forse 180.000 precari “storici”, 11.542 ( queste le cattedre in palio) acciuffino prima di altri l’agognata immissione in ruolo?
Eppure anche dal fronte dei precari arrivano contestazioni. Sostengono che i concorsi nella scuola si dovrebbero fare solo dopo che tutti i precari delle graduatorie saranno entrati in ruolo per via di sanatoria, ovvero tra 10, 15 anni.
Ogni giorno ci sono manifestazioni dei precari “storici”.
Il Ministro, che pare voler dare una botta ai precari ed una botta ai giovani neo-laureati, promette che, una volta rotto il tabù, di concorsi ce ne saranno altri, e che saranno regolarmente banditi ogni due anni. Si impegna a un secondo Tfa ( il primo ha visto 160.000 candidati per soli 20.000 posti-formazione), annuncia revisioni regolamentari e innovazioni che dovrebbero garantire sia ordinati flussi di ingresso nel lavoro docente sia una sempre maggiore qualificazione degli insegnanti italiani.
Intenzioni queste che potrebbero a breve rivelarsi assolutamente effimere. Non è difficile prevedere, infatti, che le graduatorie degli idonei che deriveranno dal concorso appena bandito (si prevedono più di 100.000 candidati) si tradurranno rapidamente in un’ulteriore massa critica contro altri concorsi, e che i tempi/costi del primo scoraggeranno l’amministrazione da una replica a breve termine dell’impresa.

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