C’è celibato e celibato. Un teologo spiega le inquietudini della chiesa
intervista Basilio Petrà a cura di Paolo Rodari
in “il Foglio” del 10 febbraio 2011Continua a fare discutere l’appello degli oltre 150 teologi tedeschi, austriaci e svizzeri che in risposta alla “crisi” della chiesa cattolica in Europa (crisi di vocazioni e di fedeli) propone una riforma della chiesa che ha, tra i suoi capisaldi, la revisione del celibato ecclesiastico. In Italia un esperto del tema è il docente di Morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale (Firenze) Basilio Petrà. Dice: “Nel memorandum dei teologi non viene usata mai la parola celibato. Parlano delle difficoltà nelle parrocchie per il rapporto sempre più sproporzionato tra il numero di fedeli e sacerdoti. Così dicono che ‘la chiesa ha bisogno anche di preti sposati e di donne nel ministero ecclesiale’.
La frase, detta così, può significare tante cose. Come sappiamo la chiesa cattolica è una comunione di chiese. Ci sono molte chiese cattoliche di rito orientale dove uomini sposati sono ordinati preti; nella stessa chiesa cattolica di rito latino si hanno sacerdoti sposati: si tratta in questo caso di ministri sposati di confessioni non cattoliche che sono stati ordinati al momento della loro conversione al cattolicesimo. Per quanto riguarda il ministero femminile, è largamente accettata la tesi che si possa arrivare, come era nelle comunità antiche, all’ordinazione diaconale delle donne.
Sono realtà già esistenti o possibili; se dunque i teologi tedeschi si riferiscono all’ampliamento o all’attuazione di queste realtà non dicono cose scandalose.
Se invece intendono altro, e cioè che i preti celibi si possano sposare e che le donne siano ordinate preti, allora propongono una prassi che oggi non esiste in nessuna chiesa della comunione cattolica e nemmeno nelle chiese ortodosse”.
A Roma esistono pressioni contrarie a una ridiscussione del celibato?
“Molti ritengono che il celibato sia una specie di conditio sine qua non della chiesa cattolica di rito latino. Ciò porta a misure strane. Se viene in Italia un sacerdote ortodosso per servire i propri fedeli emigrati viene aiutato. Se invece viene un prete greco-cattolico sposato non solo non gli si permette di essere inserito nell’Istituto di sostentamento del clero, si arriva al punto che la Cei non gli dà il permesso di esercitare il suo ministero.”
Quando è diventato legge il celibato?
“E’ un’imposizione che comincia a strutturarsi nell’XI secolo anche se si realizza in modo pieno solo con il Concilio di Trento. I sostenitori del celibato ricordano che precedentemente esisteva la lex continentiae secondo la quale quando uomini sposati venivano ordinati erano tenuti ad assumere l’impegno di interrompere ogni rapporto sessuale con le proprie consorti. Si hanno prove della presenza di questa prassi in diverse parti dell’occidente (e qualcuna d’oriente) almeno dal IV secolo. All’inizio non si esigeva la separazione dalle mogli; poi la separazione fu sempre più richiesta. Con la riforma dell’XI secolo venne attaccato il clero uxorato perché non rispettava la separazione e la continenza e si venne introducendo la legge del celibato”
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