La Primavera è iniziata e la campagna svela un volto ricco di colori e attrazioni. Dalle nostre parti, in quest'angolo della Sicilia centro-occidentale, si conferma comunque la visione di una campagna silenziosa e disabitata, dove qua e là si notano frane che abbattono strade della viabilità provinciale e vecchie tracce di insediamenti contadini, ma che deviano pure il corso delle acque con conseguenti smottamenti ed inondazioni. Sono tutti segni di una campagna abbandonata perché gli agricoltori non riescono a far quadrare i conti. I costi della coltivazione superano i ricavi derivanti dalla produzione e tuttavia il costo della vita, compreso il costo della vita in campagna, aumenta in maniera incontrollata.
L’abbandono delle campagne risale a parecchi anni fa, dagli anni sessanta del Novecento, negli anni più recenti ha assunto però corpo sempre più consistente. I territori della campagna (noi ci soffermiamo ad osservare la campagna di Contessa Entellina, ma le considerazioni valgono per l’intero territorio interno della Sicilia), il nostro territorio è sempre meno presidiato dalla presenza umana e lo dimostra la mancata regimazione delle acque e le conseguenti erosioni dei terreni. Qua e là sono frequentissimi i dissesti ambientali. Si tratta di conseguenze inevitabili in un territorio collinare che gradualmente viene dismesso dalle umane cure della coltivazione.
Cinquecento anni fa queste terre erano disabitate, molto più di adesso, erano aree desolate. Quando gli arberesh (in quei tempi non erano, nè più nè meno, che degli immigrati come gli odierni tunisini di Lampedusa) arrivarono qui non esistevano la gran parte dei paesi con cui Contessa adesso confina; mancavano Camporeale, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa, Santa Margherita Belice, Roccamena e forse ancora qualche altro paese.
Dopo l’arrivo degli arberesh questo angolo della Sicilia Occidentale cominciò gradualmente a popolarsi perché l’agricoltura, l’agricoltura sia pure feudale e baronale, garantiva di che vivevere a sempre più persone.
L’abbandono dei nostri tempi di questa, di queste zone è segno più che palese che quella funzione economica, produttiva è venuta cessando.
Hanno ragione gli economisti che attribuiscono alla Storia, alla Storia dell’uomo, una direzione materialistica ? E' probabilissimo.
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