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mercoledì 3 agosto 2022

Contessa Entellina. Amare il proprio paese, la storia locale, la cultura locale

Ragioniamo di territori e di politica

 Risiediamo ormai in pochi abitanti a Contessa; l'età media locale è piuttosto alta rispetto ad altre realtà territoriali sia pure vicine. Chi studia, chi lavora, chi cerca di farsi avanti, chi si interroga su come vivere al meglio nel terzo millennio, tutti vorremmo che nei paesi di quasi impossibile raggiungimento fosse ripensata anzitutto la viabilità e non solamente essa. 

 In questa parte di Sicilia tantissimi sono gli emigrati nati e cresciuti qui e che ormai da decenni vivono all'estero; tanti altri -ma un pò meno- sono gli emigrati in altre regioni e città d'Italia.

Qui, lo sappiamo tutti, mancano le opportunità di lavoro. Qui, lo constatiamo tutti, la politica, quella che sa convogliare investimenti e prospettive è carente o assente sia in termini programmatori che di realizzazioni, come lo è purtroppo nell'intero Meridione. 

Danilo Dolci, nel centro da lui creato, a
Partinico per promuovere la costruzione di
dighe nella Sicilia  degli anni sessanta.
Il manifesto alle sue spalle auspica già
allora la realizzazione dell'opera in
c.da Bruca.


 L'epopea post-terremoto che ha puntato oltre alla ricostruzione delle case anche a creare occupazione nel settore edilizio si è chiusa ormai da tempo. Adesso siamo ai piccoli impegni e purtroppo alla grande  carenza programmatoria. La pubblica amministrazione, l'inadeguatezza dell'iniziativa privata, sperano entrambi nell'amico parlamentare oppure nell'incentivo agricolo o edilizio o artigianale che frequentemente risulta sempre bloccato per motivi che non sempre vengono chiariti al semplice cittadino.

Un piccolo blog -come il nostro- che può fare se non rivangare nella Storia e nel rievocare ? La politica, l'impresa, l'agricoltura, ... tutti questi comparti di vita sociale mostrano -ancora oggi- nelle aree interne di sopravvivere in affanno di fronte a vicende che sanno di misterioso. Chi non vede nella continuità, ancora ai nostri giorni, del flusso migratorio l'esistenza di "misteri", cos'altro può pensare dal momento che i tanti miliardi di cui si parla sul Pnrr in queste aree vengono "perduti" per asserite carenze professionali? 

Insisteremo  sul Blog nell'affrontare -come da tanto tempo facciamo- vicende storiche, senza mai perdere d'occhio le ricadute sul territorio di Contessa. Iniziamo su questa pagina pubblicando fotografie storiche che da sempre, nel corso degli anni, abbiamo collezionato.

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Trattando della diga Garcia

La diga GARCIA fu una delle iniziative politiche del post-terremoto, ma le prime spinte politiche e sindacali risalivano ad anni prima, lo testimonia la foto -davvero storica- che riprende Danilo Dolci riportata su questa pagina. 

E' il caso ricordare quello che era il "duo" politico di due giovani militanti socialisti dei primi anni sessanta, ad uno dei quali spettò assumere la direzione dell'allora "Consorzio Alto Medio Belice". Ci riferiamo al duo Fiorino-Di Martino che ai livelli politici fecero recepire la visione e la missione che veniva portata avanti da Danilo Dolci sullo sbarramento del Belice Sinistro. Dai lontani anni sessanta-settanta, la Diga (poi realizzata e denominata inizialmente Garcia) è ad oggi di quasi nulla utilità per il territorio contessioto, se non per un minimo di occupazione per addetti. Capitò -peraltro- che nel corso della realizzazione delle opere si intravide la presenza della "mafia". Fu detto che si trattava della mafia del corleonese.

La Regione Sicilia con i fondi del Pnrr  aveva lasciato intendere, appena un anno fa, che una parte delle acque della Diga, intitolata al giornalista assassinato dalla mafia Mario Francese, sarebbe servita per il territorio contessioto. Manco il tempo di diffondere l'intenzione che quella idea -in sede regionale-  si provò a trasformarla in uno dei primi progetti elaborati. Ebbene, tanto fu l'impegno e l'accortezza dell'apparato regionale che quell'iniziativa venne immediatamente depennata -dagli organi preposti- per asserite carenze tecnico-progettuali. 

Segno evidente di carenza di impegno e di vigilanza tecnico-politica. 

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