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martedì 9 agosto 2022

Curiosità da campagna elettorale (4)

== In casa Pd.

Le proiezioni lasciano intendere che il divorzio Pd-Azione implicherà al primo la perdita di almeno venti collegi uninominali.

 Franceschini e Orlando ma anche altri dirigenti lasciano intendere che sarebbe stato meno traumatico e più dignitoso per il Pd mettere alla porta il leader di Azione prima che fosse lui a rompere. Letta insiste nel ribadire  che "La nostra linea è l’unità e questa deve restare la cifra del Pd. Le avventure solitarie le lasciamo ad altri". 

Brucia in casa Pd  la battuta  di Calenda messa in giro alla vigilia dello strappo: «Con questa coalizione, voterei anch’io a destra». Per Letta una frase simile è la prova che la politica non si può fare «a colpi di rotture, facendo il gioco della destra».

==Calenda/Renzi.

Renzi in tv e nelle dichiarazioni giornalistiche è possibilista su un accordo; il leader di Azione si manifesta "diffidente". In effetti due personalità egocentriche hanno molto da rinunciare per ritrovarsi insieme in una campagna elettorale.

Renzi insiste nel sostenere: «Il leader saresti tu». Ma Calenda non è si mostra convinto. Sa che è difficile frenare una personalità come Renzi e vuole capire  se un accordo verrebbe ritenuto convincente dal suo elettorato. E Renzi non mette fretta: «Lasciamo che Azione si chiarisca le idee — dice ai suoi — e poi decideremo il da farsi».

Comunicati di queste ore riportano 

il pensiero di Renzi: 

"Carlo Calenda e i suoi devono decidere se fare o no l'accordo con noi, se fare una lista unica. Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il Terzo polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un terzo Polo forte si potrà chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi".

e di Calenda

La sua campagna elettorale si chiamerà "Italia sul serio". Lo ha annunciato su Canale 5 spiegando che con Matteo Renzi sono in corso contatti da ieri e ci saranno anche oggi. "L'importante - spiega - che ci sia chiarezza, che le cose siano fatte bene. L'obiettivo di Azione, se gli italiani gli daranno credito, sarà quello di "chiedere a Draghi di rimanere". Calenda rispondendo ad una domanda su Giorgia Meloni ha detto: "Ha un problema di preparazione", dice riferendosi alla possibilità che possa diventare presidente del Consiglio. "Non penso che sia fascista - aggiunge - ma non ha mai detto la parola definitiva su questo tema, con il rischio di finire nella serie C dell'Europa, che sarebbe gravissimo".


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