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mercoledì 19 novembre 2014

Hanno detto ... ...

LUIGI ANGELETTI, già leader UIL
“l’articolo 18 tutela dai soprusi, dalle ingiustizie che pessimi imprenditori e dirigenti praticano in troppi posti di lavoro. Non siamo per nulla d’accordo che si riducano queste tutele a milioni di lavoratori che già ce le hanno”.

GIRGIO SQUINZI, presidente di Confindustria
 “Con i bassi livelli di attività che abbiamo in questo momento nell’industria, lo sciopero è forse un vantaggio”.

MAURO DEL BUE, direttore di Avanti !
La squadra di Renzi, contrariamente a quella di qualcuno che l’ha preceduto anni fa, è piuttosto inesperta e superficiale nelle relazioni politiche e sindacali, più propensa all’attività dell’”impera” e meno a quella del “dividi”
Può darsi che Renzi concepisca il sindacato come uno dei tanti corpi intermedi in inesorabile crisi. Ma l’aver regalato la UIL alla Cgil è certo un grave errore. 
La Cisl, e anche Renzi, oggi sono più soli.

ISMAIL KADARE', il più grande scrittore albanese vivente
"Per noi entrare in Europa è questione di vita o di morte",
Il pensiero degli albanesi verso l’Italia è un pensiero molto intimo. L'Italia è un nostro vicino, da più di mille anni è collegata con l’Albania. Io ho da tempo manifestato una certa scontentezza per l'atteggiamento dell'Italia verso l'Albania, non ha avuto una risposta adeguata. Sono due paesi uno di fronte all'altro. Hanno collaborato 100 volte, con principi e con eserciti. Alla fine è successo che gli italiani sono sbarcati in Albania. Per gli italiani era una “unione”, una parte degli albanesi l’ha considerata "occupazione", anche se non mancavano albanesi che la pensavano come gli italiani. La storia è nota. Con il passare del tempo la visione di questa vicinanza è mutata e da parte dell’Italia c'è stata negligenza verso questo Paese vicino. Un Paese che per quattro anni è stato unito all’Italia: Vittorio Emanuele III era “Re d’Italia e d’Albania” e “imperatore d’Etiopia”. Questa complicazione storica avrebbe inevitabilmente creato dei problemi. Io penso che la parte albanese sia stata sempre bendisposta verso la parte italiana. Sottoscrivo questa tesi. Il popolo albanese conosce molto bene la cultura italiana (la pittura, la musica, la letteratura), e una complicazione politica (l’occupazione) non ha modificato questa cosa, cioè l'interesse verso l’Italia. Per esempio Italia e Albania, unite, avevano un Re e quindi un grande poeta ufficiale: questo era Dante Alighieri. Con la dittatura comunista ci si poteva aspettare un raffreddamento dell'attenzione verso Dante. L’Albania è il paese ex comunista dove Dante Alighieri è più studiato. Addirittura Dante Alighieri è più studiato in Albania che in Francia. Questo amore che non cambia per la politica o per un’occupazione è una grande cosa. L’opera completa di Dante Alighieri è stata tradotta tre volte durante il comunismo in Albania. Dante è uno scrittore che ha messo in difficoltà il comunismo. L’Inferno di Dante veniva paragonato ai gulag comunisti e ciò lo rendeva poco gradito ai regimi comunisti, perché l’essenza della sua opera era la punizione del crimine: chi commette il crimine deve pagare. Per questo il comunismo non lo amava. Nonostante questo è stato tradotto in Albania. Io penso che l’Italia avrebbe dovuto essere più attenta verso l'Albania. Doveva aiutarla. Come ha fatto la Francia con l'Algeria, da sempre molto sensibile verso la sua ex colonia, nonostante fosse lontana, in un altro continente e di religione musulmana. Noi abbiamo un'importante comunità albanese in Italia, il Paese con noi si è comportato molto bene. Ma durante il comunismo l’Italia sapeva cosa stava accadendo in Albania, avrebbe dovuto interessarsi molto di più. L’Italia si interessa a Paesi molto lontani come Madagascar, Angola e altri, ma non all’Albania. Io a volte vedo dei documentari italiani sulla Seconda guerra mondiale e in alcuni viene dedicato non più di trenta secondi all’occupazione italiana dell’Albania nel 1939 operata da Mussolini.

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