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giovedì 11 ottobre 2012
Precari enti locali. Dopo l'uscita pre-elettorale della Giunta di Governo la Cgil non si lascia scavalcare
PREMESSA. Una delegazione di sindaci siciliani di cui faceva parte anche il segretario della Funzione pubblica Cgil, Alfonso Buscemi, ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Catricalà, ed in quella sede si è fatto chiarezza circa la facoltà della Regione Sicilia di finanziare i contratti ai precari anche dopo il 31 dicembre 2012. Il 5 Ottobre la Regione Sicilia ha emanato una circolare esplicativa circa le modalità di prosecuzione dei contratti in essere.
PUNTO DI VISTA DELLA CGIL. "Finalmente si fa chiarezza, - dice Alfonso Buscemi - con questa circolare si mettono a tacere i dubbi che qualcuno avanzava circa la possibilità che i precari utilizzati nella Pubblica Amministrazione possono continuare a lavorare anche dopo il 31 dicembre 2012. Ovviamente - continua il rappresentante della Fp Cgil - la Regione deve continuare a cofinanziarne le spese. Non ci sfugge la grave situazione economica del paese a tutti i livelli ed in particolare la politica dei tagli lineari degli ultimi quattro anni ha messo in crisi gli Enti Locali che dopo aver tagliato molti servizi essenziali e con i guasti della privatizzazione di tanti servizi, a cominciare dai rifiuti, e dei debiti degli anni 90 oggi. Senza i precari rischiano di chiudere anche il portone d'ingresso. Bisogna smetterla con la demagogia dei troppi dipendenti pubblici in Sicilia, infatti, è una mistificazione perchè oltre ad avere molte competenze che scaturiscono dall'Autonomia Siciliana, rispetto ai comuni del nord non esistono, tranne qualche caso come nelle città metropolitane, le società partecipate, veri e propri strumento di clientelismo dove le assunzioni si fanno ad personam e con buchi di bilancio che sta portando al fallimento tanti comuni del nord. Per tali motivi - conclude Buscemi - bisogna creare le condizioni giuridiche ed economiche ante 2008, spazzate via dal Governo Berlusconi, per arrivare alla stabilizzazione vera e, quindi, trasformare i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato".
TIMORI VERI. Al di la' delle varie prese di posizione pre-elettorali dei politicanti ed ovviamente dei sindacati che non intendono farsi scavalcare da furbizie piu' o meno clientelari, resta il timore: "indipendentemente dalla praticabilita' giuridica di prolungare o di trasformare i contratti, sussistono le copertura di spesa ?".
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