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sabato 13 ottobre 2012

Classi dirigenti. Rubare per il Partito (tangentopoli) e rubare il partito (Lusi-Pd, Fiorito-Pdl, Belsito-Lega) e' pur sempre delinquenza

Come non ricordare Tangentopoli per raffrontarla con quanto accade oggi sotto i nostri occhi ? Alcuni giornali stanno seguendo questo tracciato per trarre utili elementi di comprensione. Perche' i politici diventano ladri ? Alla base, non c'e' dubbio alcuno, esiste la struttura educativa e formativa in cui un essere umano viene fatto crescere e poi maturare per farne appunto un "uomo". Se quella persona e' cresciuto in una famiglia ed in un contesto in cui non si coltiva la "furbizia" e l'astio nei confronti del prossimo, essa pur anche di fronte alle maggiori tentazioni non osera' mai trasformarsi in un "arrivista", in un ladro. Se una persona oltre che crescere nella "dignita'" e nell'onesta' possiede dei "valori" e per essi si appassiona, essa non solo non diventera' un ladro ma per la sua "causa", per i suoi "valori" lavorera' gratis, per essi offrira' non solamente il suo tempo ma anche parte del suo patrimonio privato. Partendo da Tangentopoli vorremmo capire perche'personaggi di una certa levatura -anche culturale- si sono trasformati in "ladri" e da legislatori e quindi difensori dei valori della carta costituzionale si sono trasformati in delinquenti. Durante la Prima Repubblica, bisogna premetterlo, i partiti avevano e disponevano di strutture capillari sul territorio (le sezioni) e per tenerle vivaci e promettenti rispetto alle esigenze di "lotta" politica dovevano per forza di cose tenerle in raccordo col centro regionale e -conseguentemente- con quello nazionale e tutto cio' avveniva con frequentissime mobilitazioni su temi, avvenimenti e e ricorrenze a cui il "centro" era presente con suoi uomini. Quella capillare struttura sul territorio forniva anche la linfa vitale, le risorse umane di rinnovamento, all'immagine e al "centro" del Partito. Mantenere vivo questo raccordo, questa vitalita', questa buona immagine comportava costi non indifferenti in termini di disponibilita' di locali per le sezioni, di pubblicazione di riviste e giornali per tenere caldi i temi che caratterizzavano e diversificavano ogni partito da un altro. La competizione fra i partiti era vera, frontale, e inesorabilmente costosa. Chi si immergeva nella vita di Partito era risucchiato nella "passione"  che gli rendeva imprescindibili la difesa, costi quel che costi, di principi e valori di partito. Esistevano personaggi che devolvevano anche grandi patrimoni  ai partiti per l'idea, per la fedelta' all'idea che essi contribuivano a configurare. LA PASSIONE. Tangentopoli e' sicuramente fatta di ladri, tuttavia i moventi di quei ladri sono diversi dai moventi degli odierni ladri. La prima repubblica -e' noto- e' stata voluta con dei caratteri suoi precisi non tanto dagli italiani ma da fattori internazionali che vedevano l'Europa divisa in sfera di influenza americana ed in sfera di influenza sovietica.  E' ormai abbondantemente documentato che gli americani iniziarono a foraggiare le forze di destra, Democrazia Cristiana in testa, ed i sovietici le forze di sinistra, Partito Comunista in testa. I partiti in questo contesto iniziarono a coltivare l'idea che il tesseramento, la raccolta di fondi fra gli aderenti non era voce di finanziamento imprescindibile. Questo e' un primo gradino di corruzione. Uomini come De Gaspari o Famfani non pensarono mai che ricevere risorse in "nero" dagli Stati Uniti potesse essere motivo di disonesta'. Tutt'altro, anzi  pensarono che dover dipendere eccessivamente da quei fondi potesse essere anche nocivo ed infatti gia' sul finire degli anni cinquanta buona parte del finanziamento della Democrazia Cristiana comincio' ad arrivare dalle partecipazioni statali, quelle  aziende gestite non da bravi professionisti ma da uomini adatti all'incarico di drenare fondi a favore del partito. Dall'altro lato il Partito Comunista continuo' a ricevere fondi dall'Unione Sovietica fino alla fine della sua esistenza, il periodo berlingueriano. Se queste erano le fonti dei due partiti egemoni cosa facevano le forze minori ? La vicenda dei socialisti e' la piu' sofferta perche' nessuno dei due partiti maggiori era disposto a veder crescere,  o a vedere uscire dagli schemi preordinati, un terzo incomodo. Fino al 1956 finanziamenti sovietici arrivarono pure ai socialisti;  pero' quando Nenni capi' che nell'Unione Sovietica non esisteva il paradiso dei lavoratori ma il loro inferno e denunciò' come il regime comunista fosse contro il "sogno" socialista, tanto da avere schiacciato la rivolta dei lavoratori ungheresi con i carri armati,  non arrivo' piu' nemmeno un soldo. La presa di posizione di Nenni mise in crisi culturale il Pci ed infatti in quel 1956 tantissimi intellettuali e dirigenti comunisti passarono nel Psi. Dal punto di vista economico il Pci e la Dc continuarono  comunque a navigare nell'oro mentre i socialisti continuarono -come accadeva da fine ottocento- a basare la loro organizzazione sul volontariato. La svolta degli anni sessanta, quando il Psi  divenne un asse fondamentale del governo del paese, verosimilmente vide anche questo partito fra i beneficiari di aiuti americani, ma nel contempo gli consenti' di copiare molte pratiche che la Democrazia Cristiana applicava per se' nelle partecipazioni statali. Fino agli anni ottanta comunque il rigore e la sobrieta' di questo partito erano rilevabile nella poverta' delle sue sezioni e nella carenza di mezzi per la comunicazione di massa, tutti elementi che abbondavano invece nel campo Dc e Pci. Pci e Psi, occorre dire inoltre  che, un discreto flusso di finanziamenti lo ricevevano anche dalle ramificate cooperative rosse, al cui interno si formavano significative figure dirigenti di entrambi i partiti. Con la segreteria Craxi nel psi avviene una svolta culturale che prende le mosse dal contesto europeo. Ormai, in quegli anni,  e' un dato di assoluta consapevolezza che il Comunismo sovietico e quello occidentale, foraggiato dal primo, non costituiscono il futuro. In Unione Sovietica si era infatti creata la piu' grande prigione, dagli Urali allEstremo oriente, di esseri umani mai esistita, altro che Paradiso dei lavoratori ! Craxi ha il merito di avere galvanizzato i socialisti indicando una prospettiva che non li vedeva piu' come forza subalterna di sinistra ma forza egemone in grado di assorbire nel tempo l'erroneo percorso compiuto dai comunisti. Inizia in pratica la guerra culturale  a sinistra. E' una guerra politica e di passione.  Come tutte le guerre necessita di risorse. Le risorse delle partecipazioni pubbliche fino allora, tranne poche eccezioni, erano state monopolio della Democrazia Cristiana.  Craxi non esita quindi ad aprire le ostilita' non solo a sinistra  ma anche a destra contro la Dc, partito stanco per avete gestito per oltre quarant'anni il governo del paese. La guerra di Craxi e' facilitata dal fatto che in quegli anni tutti i governi occidentali in Europa erano retti da socialisti.  In questo contesto geo-politico, Tangentopoli scoppia perche' il comunismo crolla non tanto per la guerra culturale craxiana ma per la sua intrinseca stortura. Nuovi equilibri si vanno intravedendo infatti in Italia e nel mondo. Col crollo del muro di Berlino,  la pretesa democristiana di voler continuare a spogliare le partecipazioni statali per creare un argine al comunismo non ha alcun  significato, come non l'ha quella socialista di Craxi  di voler assorbire culturalmente l'anomalia italiana che vedeva un partito comunista egemone a sinistra. Cio' che continua a chiamarsi comunista e' infatti ormai un mondo in convulsione che di li' a breve avrebbe iniziato un cammino che lo condurra' agli antipodi del Comunismo, nel centro della cultura e della visione  liberista del mondo. Tangentopoli diventa in tal modo l'occasione per spazzare via quelle forze governative di allora che avevano drenato denari al mondo della produzione per bloccare, sul terreno politico-culturale  il Comunismo. Nessuno esclude che ci fossero profittatori e ladri in proprio, ma il grosso delle ruberie veniva trasformato in riviste, giornali, megaconvegni e congressi.  I ladri di allora si illudevano di assolvere da protagonisti ad una missione nobile. Lo dimostrano i numerosi dirigenti socialisti che, caduti nella gogna mediatica,   si sono suicidati non tollerando la vergogna di essere definiti ladri: Amorese, Moroni, Balsamo, quest'ultimo morto d'infarto. Per il codice penale erano delinquenti, ladri. Nessuno di loro risulta a vent'anni dei fatti abbia accumulato tesori in proprio. Lo stesso Craxi in Tunisia ha posseduto una villa, tutt'ora usata dalla famiglia, che potrebbe essere accessibile a qualsiasi medio funzionario dell'amministrazione pubblica o privata in Italia, nulla di lussuoso o di estremamente fastoso. Erano ladri ed, riferendici alle categorie morali introdotti all'inizio di questo scritto, avevano posto la loro "furbizia" al servizio di una passione, di una idea, di un partito ed anche del desiderio di "potere". Nessun Citarrisi, De Michelis, Martelli, Forlani, Pomicino, per  citare i piu' noti risulta essere divenuto un benestante o un redditiero. Avevano pero' -effettivamente- creato, ai sensi del codice penale, una rete di ladri. Ed oggi ? Potremmo uscircene subito dicendo che la gran parte degli odierni ladroni sono ignoranti, non hanno nessuna idea, passione, visione. Non hanno una necessita' cultural-politica dietro cui giustificare le ruberie, quale poteva essere quella di porre un argine al Comunismo. Oggi questa gente che piglia nome di Belsito (Lega), Lusi (Pd), Scajola (Pdl), Penati (Pd), Fiorito (Pdl)  e' semplicemente gente  "ladra" e basta. Ruba non per il Partito, ruba prevalentemente il Partito, a cui in ogni caso sottrae credibilita'. Non abbiamo voluto rivalutare, con questo scritto, un tipo di ladro rispetto all'altro. No, nessun ladro e' mai giustificato. Lo "stato di diritto" e' l'unico argine che puo'dare prospettive all'umanita' e nessuna deroga puo' assolutamente essere accettata. Chi viola le regole si pone fuori dal mondo degli onesti. Due modi diversi, comunque, di essere ladri. Il germe infatti lo si trova identico in entrambi le fattispecie. Ed il germe e' la "furbizia", il pensare che si possano violare le leggi adducendo in un caso la buona causa, la passione per una idea o il potere,  e nell'altra la convinzione che disporre di case lussuose, di veloci automobili, di vacanze esotiche, di cassette di sicurezza nelle piu' grandi citta' del mondo possa dare grandezza e prestigio a chi invece e'  "l-a-d-r-o".

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