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sabato 13 ottobre 2012

Flash sulla nostra storia

SANTA MARIA DEL BOSCO. Santa Maria del Bosco, un monumento nazionale che oggi rappresenta in maniera plateale lo stato del nostro paese, un paese -l'Italia- ricco di risorse ma altrettanto ricco di noia, disinteresse, stanchezza, ignoranza delle classi dirigenti. Santa Maria del Bosco gia' ai primi del trecento era un luogo di aggregazione di "eremiti", di monaci che non possedevano una regola propria come era normale nel Cristianesimo orientale, cosa che fa dire a Ignazio Parrino, che essi traevano origine dai monaci bizantini che ancora persistevano diffusamente nell'isola. Nel 1318 le autorita' ecclesiastiche di Agrigento impongono loro l'obbligo di aderire ad un "ordine" monastico -come impone la disciplina del Cristianesimo occidentale- e la scelta cadde sull'Istituto Benedettino, ma gia' nel 1491 i monaci di Santa Maria indossarono l'abito della Congregazione Olivetana. Santa Maria del Bosco ebbe vasta influenza caritativa, ma pure economica sociale e politica essendo Abazia, con seggio nel Parlamento Siciliano, con influenza su un vastissimo territorio della sicilia Occidentale e non solamente sui territori di Calatamauro (poi passati a Contessa) ma a Bisacquino, Chiusa, Giuliana, Caltabellotta, Bivona, Licata, Sciacca, Corleone, Marineo, Palermo. A Palermo l'Abazia di Santa Maria del Bosco aveva una dipendenza nella Chiesa e nel monastero dello Spasimo, nei cui ambienti l'abate restava ospite durante l'apertura e lo svolgimento della sessione parlamentare. Sotto il profilo architettonico il complesso di Santa Maria del Bosco comincia ad essere eretto nel 1536, quando Contessa era gia' abitata dagli arbereshe, e completato nel 1757. La Chiesa, di cui oggi restano solamente i ruderi, fu realizzata su progetto di Luigi Vanvitelli, lo stesso che ha realizzato a Palermo il complesso del Grande Albergo dei Poveri. Il vicere Domenico Caracciolo con dispaccio del 1784 soppresse il monastero di Santa Maria del Bosco e ne incamero' tutti i vastissimi feudi che comprivano territori immensi nella Sicilia Occidentale. Subentrati indirizzi politici meno "illuministici" all'interno del governo borbonico, nel 1795 il monastero venne assegnato ai monaci agostiniani che nel 1808 si videro restituire l'intero patrimonio confiscato nel periodo di Caracciolo. Nel 1866 il monastero venne definitivamente soppresso e tutti i beni vennero assegnati al Regio Demanio per costituire presupposti -mediante la vendita all'asta- della piccola proprieta' contadina. Cosa che non avvenne, ma questa e' problematica di cui ci occuperemo in altra occasione.

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