Un tempo questo prezioso monumento fatto costruire dal Normanni con maestranze mussulmane era stato edificio dove gli Altavilla trascorrevano i mesi estivi. Il castello della Zisa -allora all'esterno della cinta muraria della città-, ricadeva all’interno del Genoardo, il parco reale che si estendeva fino ai monti che attorniano quella che fu la Conca d'Oro.
Il palazzo è successivamente passato nelle mani dei Sandoval ed in seguito dei Principi Notarbartolo ed ha subito diverse modifiche indiscriminate ed adattamenti in funzione di un uso abitativo fino al 1955, quando, finalmente, venne espropriato dallo Stato.
Iniziati e subito sospesi i lavori di restauro, il palazzo visse un ventennio di totale abbandono, in cui frequenti furono i crolli, i trafugamenti e le deturpazioni, tanto che, per giungere alla consegna dei lavori di restauro, nel 1991, sono stati necessari venti anni di intensi lavori, mirati soprattutto al ripristino della struttura originale.
Ancora oggi sono visibili, all’interno ed all’esterno del castello, le tracce dei molti interventi occorsi per ricostruire intere porzioni dell’edificio e della fontana monumentale, vero e proprio gioiello dell’ingegneria e dell’idraulica di matrice araba.
A testimonianza dell'uso abitativo, cui il Palazzo è stato destinato per tutta la prima metà del Novecento, ci sono tuttora persone attualmente residenti a Contessa Entellina che negli anni trenta e quaranta hanno trascorso soggiorni in quel palazzo, ospiti dei loro parenti che lì risiedettero allungo, prima di partire nel dopoguerra per l'America, a New Orleans.
La famiglia Lo Iacono, un ramo di questa numerosa ed articolata famiglia, infatti, tenne per più decenni in affitto quei pregevoli locali da dove gestiva alcune proprietà cittadine della zona di Serradifalco.
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