All'inizio del Cinquecento, il Parlamento siciliano (nei suoi tre bracci: baronale, ecclesiastico e demaniale) dispose che al fine di meglio ripartire il carico tributario per i "donativi" spettanti al Re venissero disposti periodicamente dei censimenti (riveli) sia demografici, per l'arruolamento militare, che soprattutto fiscale, per finanziare le infinite guerre della monarchia spagnola.
I riveli dall'inizio del Cinquecento fino all'inizio dell'Ottocento, quando viene a cessare ufficialmente il regime feudale, ricalcano le medesime impostazioni di rilevazione, anche se di volta in volta vengono meglio puntualizzate e individuate le realtà da prendere in considerazione.
Come in altre occasioni abbiamo evidenziato, nè i baroni con i loro feudi, nè i prelati coi loro regi patronati, erano ritenuti soggetti passivi dei carichi fiscali. Ad essere contribuenti erano i vassalli, i contadini (che in permanenza del regime feudale saranno definiti, anche negli atti pubblici, villani).
Dedicare attenzione alla documentazione dei riveli (conservati in più sedi e purtroppo non sempre in condizioni di buona conservazione) è del massimo interesse per conoscere le condizioni economiche, demografiche, urbanistiche ed etniche di Contessa Entellina dal '500 in poi.
Ciò che in questo scritto ci proponiamo di far conoscere è che per tutto il Cinquecento e fino all'inizio del Seicento Contessa Entellina era divisa in quartieri che prendevano nome dalle famiglie, dai gruppi di famiglie più numerosi. Esistevano così:
-il quartiere dei Cucci (Cuccia);
-il quartiere dei Schirò;
-il quartiere dei Macalusi;
e così via.
Cominciavano comunque, in quel periodo, a diffondersi anche le denominazioni connesse a siti di richiamo collettivo:
-il quartiere di la biviratura;
-il quartiere della Chiesa Majura.
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