Chi vuol restare serio, resti. Chi vuol ridere, rida.
Ci perviene una dichiarazione attribuita a Padre Mario Bellanca, parroco di SS Maria della Favara a Contessa Entellina. Si tratta del medesimo ex seminarista dell'agrigentino che è stato accolto dal solito Mons. Sotir Ferrara, il pastore-vescovo dalla manica larga, il quale non ha esitato a farlo prete e addirittura parroco. Si tratta di quel prete salito all'onor della cronaca paesana per essere l'ispiratore, l'autore, della teologia delle porte chiuse. Teologia che presumibilmente lo porterà alla nomina di cavaliere della Padania perchè contiene 'in nuce' l'ostilità, l'intolleranza, nei confronti del 'bizantini' locali; etnia che Egli, il teologo, preferisce tenere alla larga dalla "SUA" chiesa. Chiesa che gli è stata assegnata dal Vescovo Sotir, quello dalla manica larga.
Il nostro 'teologo' del respingimento e delle porte chiuse, pare abbia avuto modo di asserire:
"..qualora non riuscissimo a trovare una soluzione condivisa all'annosa questione, la comunità parrocchiale latina sceglierà legittimamente di celebrare le proprie funzioni nella sua chiesa, mentre la comunità greca farà lo stesso nella propria, e senza che nessuno possa costringere nessuno a fare qualcosa che non è previsto come un dovere, tranne che non si vogliano commettere delitti considerati tali sia della Chiesa sia dallo Stato".
Vedete voi, ascoltate voi, se questo teologo non meriti il cavalierato della Padania !
In sostanza Egli lascia intuire che per entrare nella SUA chiesa (quella affidatagli dal Vescovo dalle maniche larghe) occorre che i 'bizantini' condividano di essere respinti fuori dal portone, che rinunzino ai "privileggi" che consentono loro di celebrare il divino alla loro maniera (ma, come è bravo !!, vorremmo dargli un bacio sulla fronte; si tratta di un vero teologo 'delle porte chiuse'); se, poi, proprio vogliono entrare nella SUA chiesa, ebbene, lascino Papas Nicolino a casa, o comunque fuori dal portone, perchè se pure lui dovesse entrare in Chiesa, Egli col microfono in mano e l'altoparlante a tutto volume, lo stordirebbe con canti "romani" come già ha mostrato di saper fare nel giorno di Pasqua 2010.
Condividano, dice il teologo, questa proposta, quindi, i bizantini !
No, no, per carità ! nessuno pensi che Padre Mario Bellanca di Cianciana, l'ex seminarista accolto dal Vescovo delle maniche larghe, voglia usare metodi ricattatori. No, assolutamente no !
Egli infatti continua: Se non si accolgono le aspettative -secondo cui la Chiesa gli è stata affidata da suo padre e non dal Vescovo bizantino di Piana degli Albanese-, in tal caso Egli continuerà a tenere fuori dal portone della SUA chiesa i 'greci', che potranno -se lo desiderano- svolgere le cerimonie liturgiche ed extra liturgiche nella loro chiesa. Questo accadrà, ovviamente, fino a quando Egli non scoprirà una tesi teologica che gli consentirà di proclamare che gli compete, da ex-seminarista dell'agrigentino non ordinato da quel vescovo della città dei templi, anche di chiudere il portone della chiesa dell'Annunziata-San Nicolò in faccia agli amati "greci". Si tratterà in tal caso, in fondo, dell'ovvia conclusione della teologia dell'intolleranza, anzi, scusateci, delle "porte chiuse". Se i greci vogliono fare i "greci" vadano in Grecia e si facciano maciullare dalla crisi economico-finanziaria di quel paese. Qui, in Sicilia, ha più titolo di starci uno di Cianciana che uno che coltiva l'orgoglio di avere lontanissime origini balcaniche.
La Teologia del nostro è, tornando alla dichiarazione di Padre Mario Bellanca, molto sottile. Prevede infatti: Nessuno può costringere nessuno a fare qualcosa che non sia un dovere !
Non so se avete colto la profondità del pensiero teologico.
In pratica il candidato al cavalierato della Padania e successivamente a quello dei Talebani fondamentalisti dice: Pregare in una chiesa, in particolare nella SUA, non è un dovere, non lo ha mai prescritto alcun medico. Egli è pertanto libero di chiudere il portone in faccia a chi gli pare e piace, specialmente se i potenziali credenti che si avventurano lì vogliono pregare con lingue, usi, abitudini e riti che a Cianciana non sono conosciuti.
Per noi contessioti avere una simile 'testa', un cotanto teologo, è e deve essere motivo di orgoglio. Mai nessun prete era arrivato a leggere il Vangelo dall'angolatura del "respingimento".
Sarebbe opportuno che si inizziasse una raccolta di firme per proporre il nostro per il premio Nobel della letteratura. Mai nessuno, effettivamente, aveva dato una lettura del "respingimento" al Vangelo di Cristo prima di Padre Mario Bellanca, l'ex seminarista accolto dal Vescovo dalle maniche larghe.
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