a cura di Giuseppe Caruso
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, fu crocifisso, morì sulla croce, discese agli inferi, è risorto e, dopo la sua risurrezione, apparve ai suoi discepoli molte volte. Alla fine, dopo averli benedetti, ascese al cielo. Lasciando gli apostoli, Cristo ordinò: "Restate in Gerusalemme, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto" (Lc 24,49b). E "...si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno do loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua" (At 2,1-5). La rappresentazione di tale evento è ben descritta dall’icona della festa. Gli apostoli stanno tutti seduti e formano un arco che si apre verso di noi. Su di loro discese lo Spirito Santo sotto forma di lingue di fuoco, dipinte sull'icona come raggi che scendono dal cielo sopra gli apostoli.
Una grande conoscenza ha illuminato la mente di ciascuno di loro, questa sapienza viene presentata attraverso un'aureola, il nimbo, attorno alle loro teste. Lo Spirito Santo li ha illuminati.
L'icona è dipinta con tale arte, che nonostante gli apostoli siano differenti, noi li vediamo come un tutt'uno. Da ora e per sempre i discepoli di Cristo sono legati l'uno all'altro, uniti dallo Spirito Santo. Questa comunione, questa unità è la Chiesa.
Ogni apostolo regge un rotolo, simbolo dell'Insegnamento. L'Insegnamento è proposto anche a noi: il vecchio nella corona, che è simbolo del mondo, il "Cosmo", s'incontra con noi, tenendo nelle mani un panno con dei rotoli. Entrate e ricevete l'Insegnamento.
Entrate nella Nuova Alleanza. La Chiesa è sempre aperta, figura del Cosmo, ed è rappresentata come se si trovasse sulle porte. Quest'icona della Pentecoste è un'immagine della Chiesa eternamente viva, sempre aperta verso colui che entra. In essa, come in un torrente che non si secca, affluiscono le genti, generazione dopo generazione.
L'iconografo è riuscito a fare l'impossibile: trasmettere l'azione che si sta svolgendo fuori del tempo, nell'eternità, di cui diventa partecipe chiunque guarda quest'icona.
Il cerchio della Chiesa non ha inizio né fine, non si può spezzare e neanche chiudere. In questo sta il senso profondissimo della sua Universalità.
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