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venerdì 9 dicembre 2022

Fanatismo e dittatura. L'Iran del 2022

TESTO DIFFUSO DA AMNESTY 

🔴  Narges Mohammadi, una delle più importanti attiviste per i diritti umani dell’Iran, è ancora in stato di detenzione. Le autorità carcerarie la tengono in condizioni crudeli e disumane, negandole farmaci e assistenza medica.

Narges è stata condannata a 10 anni e 8 mesi di carcere e a 154 frustate per aver condotto campagne pacifiche contro la pena di morte in Iran, e aver preso parte a manifestazioni in difesa dei diritti delle donne. 

Chiediamo che venga liberata subito e sia protetta da ogni forma di tortura. 

*  *  *

Corriere della Sera 

di oggi 9 Dicembre

Mohsen Shekari il primo, altri undici (almeno) dopo di lui. Dalla magistratura iraniana non trapelano i nomi dei manifestanti condannati a morte per le proteste che da settembre infiammano il Paese, ma solo un numero. Undici. Amnesty International ipotizza che a rischiare l’esecuzione siano almeno 28. I nomi sono tenuti «volutamente nascosti dalle autorità della Repubblica Islamica», così la ong Iran Rights Watch (che ha base in Norvegia). «Lo scopo è ridurre i loro contatti con le famiglie, e impedire un equo accesso alla difesa». Lunedì il capo della Giustizia iraniana Gholam-Hossein Mohseni-Ejèi ha annunciato che «le sentenze inflitte per le proteste» saranno presto eseguite, e il 23enne impiccato ieri è stato, appunto, il primo.

Le condanne a morte sarebbero state firmate — così le due maggiori ong che monitorano la situazione dei diritti umani nel Paese, Hrana e Iran Rights Watch — in due diversi processi, il 30 novembre e il 5 dicembre. Tre dei condannati, segnala Iran Rights Watch, sono minorenni: diciassettenni, arrestati a Karaj per avere ucciso, in una rissa, il basij (è il nome della milizia paramilitare) Ruhollah Ajamian, il cui nome nei comunicati della magistratura è ora preceduto dall’epiteto di «martire». Morto in servizio il 12 novembre, i ragazzini sono stati arrestati il 14; la condanna a morte — illecita secondo il diritto internazionale e la Convenzione sui diritti dell’infanzia, che l’Iran ha ratificato — è stata firmata in meno di un mese. Sul loro capo pende l’accusa di efsad-fil-arz, «corruzione sulla terra».

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