StatCounter

lunedì 21 novembre 2022

Gli Italiani. Sguardi e strisce sulla loro Storia

Quell'arbëresh 

"Capo del Governo" (2) 

Giuseppe Garibaldi si spense a Caprera
il 2 giugno 1882 (per bronchite), assistito dalla
moglie Francesca, dal figlio Menotti e da pochi
parenti, oltre che dal dottor Cappelletti, il medico
di bordo della nave da guerra Cariddi, occasionalmente
attraccata nel porticciolo della Maddalena.

Appena due mesi prima era stato a Palermo, 
dove si fermò due settimane dedicate a
riorganizzare, avvalendosi del carisma di
cui godeva,  le strutture politiche
della Sinistra a lui più vicina.

Francesco Crispi era sempre stato un garibaldino della prima ora. Ed è lui però, in forza del rapporto stretto avuto col comandante di sempre, a non far rispettare quella che fu l'ultima volontà dell'anziano amico e generale che ancora poco prima di morire,  il 2 giugno 1882, aveva ribadito la volontà che la sua salma venisse arsa, alla maniera degli antichi, su una catasta di legna. 

Ultima volontà quella del generale che non venne però rispettata, sulla forte insistenza di Francesco Crispi che invece indusse i parenti e poi dispose egli stesso che il cadavere venisse imbalsamato.

Crispi da garibaldino della prima ora a politico.
La politica dei governi della Sinistra, guidata da Depretis, furono sempre, sin dall'inizio (maggio 1881), improntati al trasformismo. Da immediatamente dopo le elezioni del 1882 (prima della riforma elettorale) Depretis nel famoso discorso a "Stradella" l'8 ottobre 1882 aveva esortato la minoranza a trasformarsi, di aderire al programma governativo. In quel frangente di vita politica, Crispi invece -da Sinistra- si adoperò fra i fondatori della pentarchia, una componente parlamentare che si opponesse alla linea del governo Depretis e, da questo atteggiamento riuscì a ragruppare un centinaio di parlamentari alla cui guida assieme a lui si ritrovarono Baccarini, Cairoli, Nicotera e Zanardelli. Per più anni l'arbëreshe Crispi sarà quindi uno dei principali capi dell'opposizione parlamentare. Da Sinistra accuserà il moderatismo del Presidente del Consiglio, De Pretis, accusato di "tradimento" per avere abbandonato il progressimo originario della Sinistra.
Va detto che all'interno della "pentarchia" la convivenza di Crispi e Nicotra da un verso e Baccarini, Cairoli e Zanardelli non fu affatto facile. Gli attacchi continui di Crispi erano comunque sempre diretti a Depretis, accusato di trasformismo (usava l'estressione "incesto parlamentare") e di voler tornare indietro rispetto al 1876, quando per la prima volta la Sinistra sconfisse la destra nello scontro elettorale.

. (Segue)

Nessun commento:

Posta un commento