L’annuncio della fede in
Gesù morto e risorto
Accadeva che il Cristianesimo si staccava, quindi, dal giudaismo e si affermava come religione non localistica della Palestina, ma universale. Gli elementi più legati alla tradizione giudaica ovviamente reagirono con forza alla predicazione di San Paolo, intervenendo presso i capi della comunità di Gerusalemme. La lettera ai Galati, scritta attorno agli anni cinquanta, durante un soggiorno ad Efeso, e’ testimonianza del suo duro confronto con i gruppi estremi giudeo-cristiani sul piano teologico, mentre il concilio di Gerusalemme (anno 49?) evidenzia il confronto col gruppo dei più moderati, rappresentati da Pietro e da Giacomo su materie piuttosto disciplinari. In questa sede, secondo gli Atti degli Apostoli (15,22-29), venne raggiunto un compromesso in base al quale i pagani che si convertivano, essendo liberi dagli obblighi mosaici (circoncisione..), dovevano comunque osservare alcune pratiche rituali di origine giudaica.
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Una riflessione dei nostri giorni di
Gianfranco Ravasi
Gesù figlio di Adamo. Gesù sta per entrare sulla scena pubblica. E’ un trentenne residente a Nazaret, considerato figlio di Giuseppe: è proprio dall’espressione “come si riteneva” che nasce la definizione di “padre putativo” assegnato allo sposo di Maria nei confronti del figlio legalmente da lui assunto in carico. E’ appunto all’inizio della predicazione di Cristo che l’evangelista Luca decide di tracciare il suo albero genealogico, così come aveva fatto Matteo all’inizio, però della vita fisica del Bambino.
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