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domenica 2 ottobre 2022

Alle radici del Cristianesimo


Appunti e riflessioni ripresi dalla bozza predisposta 
 

dalla Commissione intereparchiale in vista del Sinodo (2003)


IV MANDATO PERMANENTE DELLA CHIESA

Diaconia

69. Istituzione di diaconia

  In questa prospettiva bisognerà riflettere a fondo sulle forme e sulle istituzioni ecclesiali attraverso le quali viene oggi vissuto il servizio di carità nelle nostre Eparchie. Sarà necessario da una parte procedere ad una rilevazione delle domande che la situazione sociale attuale pone alle nostre Chiese (povertà,emarginazione, alcoolismo, droga, prostituzione e sfruttamento della donna, immigrazione,disoccupazione), dall'altra individuare, potenziare ed eventualmente accrescere il numero delle forze attive presenti in campo comprendenti le istituzioni della Chioesa, le istituzioni civili con cui è opportuna e possibile la collaborazione, i corpi di volontariato, le famiglie religiose, le istituzioni parrocchiali.

70. Formazione alla diaconia

 Sarà indispensabile provvedere alla formazione specifica degli operatori pastorali della carità, come putre ad una costante catechesi mistagogica sul significato cristiano del servizio rivolta a tutta la comunità. E' necessario che le scelte operative siano dettate dall'Evangelium caritatis che sgorga dall'amore della Trinità Santa per ogni uomo e per tutto l'uomo, corpo anima e spirito.

L'immigrazione offre un'opportunità speciale all'evangelizzazione, da condurre nel rispetto e nella conoscenza delle culture e delle persone, mai in modo strumentale, per un secondo fine.

In relazione all'evandelizzazione saranno molto efficaci anche tutte le iniziative di carità (volontariato,centri dfi accoglienza, ascolto, mensa, ecc.) che potranno essere attuate congiuntamente con membri o istituzioni di altre confessioni cristiane, ove possibile, e anche nelle terre di origine dei nostri fratelli immigrati, come testimonianza dell'unità profonda, della Chiesa di Cristo (UR 12; CCEO can 593 & 2).

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L'Essenza del Cristianesimo

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La pensava così ...

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Che tutte le religioni siano uguali possono affermarlo soltanto gli ignoranti. Al contrario, per ogni religione e in particolare per ogni religione profetica, si tratti del cristianesimo, dell'ebraismo o dell'islamismo, è di grande importanza chiedersi: in che cosa si distingue allora ogni religione dalle altre. Qual è allora la peculiarità, la tipicità, la proprietà specifica, l'essenziale, anzi l'essenza di questa o quella religione? Vorrei sollevare ora questo problema per il cristianesimo, come ho già fatto per l'ebraismo, - con spirito ecumenico, senza polemiche nei confronti delle altre religioni.

i. "ESSENZA" E "INESSENZA" DEL CRISTIANESIMO

E' chiaro che il discorso su ciò che è tipico, peculiare, essenziale nella religione non ha come obiettivo il problema, astrattamente teorico, di una concezione sistematica dell'unità:  di un unico sistema o regime cristiano. Esso ha piuttosto come obiettivo il problema estremamente pratico di che cosa nel cristianesimo debba essere perennemente valido, stabilmente vincolante e assolutamente irrinunciabile. Non possiamo tacere quale sia l'interesse che mi guida: non la conservazione dello status quo, che è così importante per i conservatori di tutte le confessioni;  a maggior ragione non la restaurazione dello statu quo ante, in favore delle quali si impegnano i reazionari di provenienza cattolico-romana, protestantico-fondamentalistica e vetero-ortodossa. Il mio interesse è costituito - proprio per amore della conservazione dell'essenziale - dalla trasformazione, dalla riforma, dal rinnovamento del cristianesimo in vista di uno statu quo post, del futuro. A tale riguardo vale la pena distinguere tra immagine ideale, immagine ostile e immagine reale del cristianesimo.

(Segue)

Hans Kùng

Teologo, presbitero e saggista

1928 - 2021


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