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sabato 1 febbraio 2014

Aspettando il nuovo Eparca (n. 36)

Comunione o assimilazione ?
Era ancora in corso il Concilio ecumenico Vaticano II quando a Gerusalemme, il 6 gennaio 1964, si abbracciarono –e Paolo VI quasi scomparve nell’abbraccio maestoso di Athenagora- come amici le due figure più rappresentative del mondo cattolico e dell’Ortodossia.
Fu l’inizio del cammino dell’accostamento e del dialogo fra i due principali tronconi del Cristianesimo. Il dialogo fu, allora, con ritmi accelerati e intercalato da momenti esaltanti.
Il 7 dicembre 1965 ci fu la contemporanea abolizione delle scomuniche reciproche che erano state scambiate nel 1054 tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli.
Teofania a Contessa Entellina
6 gennaio 2013
Nell’Ottobre 1967 Paolo VI visito il Fanar (la sede patriarcale di Costantinopoli) e Atenagora ricambio subito la visita in Vaticano. In quella circostanza venne pubblicata una Dichiarazione comune  nella quale si diceva tra l’altro:
“Essi (il Papoa e il Patriarca) riconoscono che il vero dialogo della carità, che deve essere alla base di tutte le relazioni tra loro stessi e tra le loro chiese, è necessario sia fondato in una fedeltà totale all’unico signore Gesù Cristo e nel rispetto mutuo delle loro proprie tradizioni. Ogni elemento che può rafforzare i vincoli di carità, di comunione e di comune attività, è causa di gioia spirituale ed è da incoraggiare; ciò che può nuocere a questa carità, comunione e attività comune deve essere eliminato con la Grazia di Dio e la forza creatrice dello Spirito Santo”.
Le superiori riflessioni ci vengono alla memoria pensando come in Occidente comunione venga assimilato ad assimilazione.

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