Nei nostri giordi l'assurdo non impressiona più nessuno. Tanti piccoli imprenditori, molti dei quali per il disonore si sono suicidati, falliscono non tanto per i molti debiti, ma ... per i troppi crediti. Crediti non solo nei confronti dei clienti privanti -impossibilitati a pagare- ma crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Lo Stato e gli Enti locali, che nel corso degli ultimi anni hanno accumulato debiti enormi, pari a circa 100 miliardi di euro. Il governo di Enrico Letta ha tentato di porvi una pezza con il decreto legge 145 del 23 dicembre scorso. Il "Destinazione Italia" è passato dalla Camera ed è stato approvato mercoledì dal Senato così com'era, in tempi strettissimi.
La nuova legge prevede la sospensione delle cartelle esattoriali di chi ha allo stesso tempo crediti nei confronti dello Stato e debiti (in misura inferiore) nei confronti dell'erario; la norma è stata poi limitata al 2014, con l'obbligo di certificare questi crediti e di rispettare gli equilibri della finanza pubblica.

La Commissione Europea ha aperto una procedura d'infrazione a inizio mese in capo allo Stato Italiano per i mancati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.
Il Governo dovrà fornire una risposta che sarà valutata dall'esecutivo Ue a Bruxelles. Il problema, se l'Ue non dovesse ritenere soddisfacente la risposta (probabile visto che i 28 Paesi Ue pagano i fornitori, in media, in 61 giorni, mentre da noi si può arrivare anche a 210 giorni), è che potrebbero essere applicate delle sanzioni salatissime che aggraverebbero ulteriormente la situazione di impotenza delle finanze pubbliche.
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