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venerdì 14 settembre 2012

Settembre. Arrivano le piogge e con esse le frane. La Provincia Regionale ha scaricato il territorio contessioto

Ma il Comune di Contessa Entellina sa di avere un territorio a rischio dissesto ?
Oggi in buona parte della Sicilia Occidentale piove. Le giornate dei 45° di Luglio e di Agosto sono passate alla Storia delle meteorologia.
Da oggi il territorio, compreso ovviamente quello di Contessa Entellina, ricomincia ad essere a rischio frane. Pare che siano 273 i comuni siciliani  -con 200mila cittadini- interessati da potenziali rischi.
Il 70% del territorio isolano è soggetto a rischio idrogeologico e il 67% degli edifici si trova in terreni franosi. Il comune di Caltanissetta è il più esposto per l’89% del territorio, seguito da Enna, Messina e Agrigento. Contessa Entellina, per dire, in quanto centro abitato, stando alle decine di relazioni geologiche susseguitesi dal terremoto del 1968 ai nostri giorni, è attraversata da una faglia proprio nel vecchio e storico nucleo abitato.
Nonostante ciò, un rapporto dell’Agenzia del Territorio nel 2011 segnalava in Sicilia 141 mila fabbricati abusivi in Sicilia, di cui 51 mila sono solo a Palermo. A questi dati, occorre aggiungere che una buona metà della Sicilia è ad alto rischio sismico ed il territorio di Contessa Entellina lo è di prima categoria. Tutta la Sicilia Orientale e tutta la costa settentrionale fino a Palermo, oltre ovviamente alla Valle del Belice, è zona ad alto rischio sismico.
Il rischio fondamentale è che in Sicilia, grazie ai governi di manica larga, non si è tenuto conto delle zone a maggiore rischio sismico nei piani urbanistici che si sono susseguiti. Nonostante ciò, esistono i fondi Fesr stanziati che ammontano a circa 8 miliardi di euro, di cui, però ad oggi, è stato speso solo il 13%.
Esistono comunque dei provvedimenti della Presidenza del Consiglio (Ordinanze) che prevedono lo stanziamento dei fondi per la microzonazione sismica dei centri abitati dei comuni a rischio, cioè studi geologici di dettaglio in chiave sismica di quei territori che possono fornire un’amplificazione sismica al terremoto. Un terremoto anche di piccola intensità, può infatti diventare distruttivo se trova delle condizioni geologiche che ne possano amplificare gli effetti.
In Sicilia risulta inspiegabile e grave  la mancata pubblicazione dei Piani comunali di Protezione civile, obbligatori per legge, ma che in molti comuni rimangono solamente carte chiuse in un cassetto. Come se pubblicarli sui siti sia violazione di segreti di stato. E dire che per l’Ordine dei Geologi di Palermo spiega che: “Fare prevenzione significa prima di tutto rendere consapevole la popolazione dei rischi presenti nel territorio. Occorre attuare una politica d’informazione dalle scuole, ma non in maniera saltuaria come avviene adesso. Non si deve mai dimenticare che gran parte del territorio siciliano è a rischio sismico e i dati sulla vulnerabilità degli edifici pubblici, soprattutto scolastici, non sono per nulla confortanti. Invece, per le costruzioni private si dovrebbe cominciare a parlare di assicurazione per i rischi naturali. Bisogna, inoltre, sottolineare che spesso mancano anche gli strumenti di base per lo studio del territorio. Ad esempio, le carte geologiche ufficiali di zone sismiche importanti, come la Valle del Belice, non sono state ancora pubblicate, sebbene siano già state redatte dall’Università. Ci auspichiamo che l’attuazione delle Ordinanze non incontri intoppi burocratici che rallentino la realizzazione degli studi di microzonazione sismica sul territorio".

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