L'Occidente ed il mondo (1)
I bombardamenti in Ucraina, paese europeo, impressionano giustamente l'opinione pubblica occidentale. Riservandoci di tornare su prossime pagine sulla folle politica russa guidata da Putin ai danni dell'Ucraina, per alcune pagine vogliamo invece ricordare che l'Occidente con vari popoli del pianeta, dal secondo dopo guerra mondiale, non è mai stato tenero e di bombardamenti sulle popolazioni ne ha messo in atto a bizzeffe, senza voler ricordare la troppo lontana vicenda vietnamita.
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Il 17 gennaio 1991, il presidente Bush ordina l'inizio dei bombardamenti sull'Iraq. E' il primo conflitto dell'epoca che fa seguito al termine della guerra fredda, anche se bisognerà attendere la fine dell'anno (1991) perchè l'Unione Sovietica si disintegri come Stato confederale e scenda, a favore della Cina, dal gradino alto di superpotenza.
In Iraq gli Usa guidano una coalizione -sotto l'egida dell'Onu- di cui fanno parte, tra altri, Gran Bretagna, Egitto, Francia, Arabia Saudita. Gli Usa in quella circostanza si lasciarono trascinare in guerra da un paese non proprio democratico, quale è ancora oggi, l'Arabia Saudita.
I bombardamenti americani sull'Iraq durarono cinque settimane e alla fine gli Iracheni lasciarono il Kuwait che avevano occupato.
In quella vicenda le vittime della guerra furono poche centinaia per le truppe occidentali (di cui circa un quarto a causa di bombe "amiche"), cui si aggiungono sessantacinquemila prigionieri e il doppio di disertori in un'armata irakena che comprendeva meno di seicentomila uomini.
Il mondo occidentale in quel primo episodio di guerra (dalla fine della guerra fredda) dipinse il leader irakeno Hussein come "nuovo Hitler" e la stampa occidentale riuscì a creare un clima propagandistico ancorato a ricorrenti similitudini da guerra mondiale.
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