Palermo 1943: Palermitani sopravvissuti ai bombardamenti si aggirano fra le macerie della città. Da quella situazione è ricominciato il desiderio di ripartire, di riprendere a vivere. |
Quell'8 Settembre a Contessa si sarebbe dovuto effettuare la processione della Madonna; la notizia della fine della guerra, almeno quella a fianco della Germania nazista, entusiasmò la popolazione che in massa si rovesciò per strada e si addensò tutt'attorno alla Chiesa della Favara. Qui il portone era chiuso ed il parroco del rito romano con la chiave in tasca si era rifugiato a Santa Maria del Bosco, dove per lunghi tratti dei mesi di guerra aveva fissato dimora l'arcivescovo di Monreale.
Non sappiamo sostenere se dopo le insistenze dei contessioti recatisi a Santa Maria del Bosco per ottenere la chiave della Chiesa e poter svolgere regolarmente la processione il parroco abbia lasciato quel vescovo per unirsi alla gente o se i contessioti aprirono comunque la chiesa.
Sappiamo tuttavia che la processione si svolse con entusiasmo, partecipazione e fede come forse mai prima era avvenuto.
Fu una processione di ringraziamento per la fine della guerra non solo da parte dei contessioti ma anche delle varie centinaia di palermitani, qui sfollati, che da quella data iniziarono a progettare il rientro nella loro città. Città che purtroppo troveranno semidistrutta dai bombardamenti. Alcune decine di loro rimasero però qui, a Contessa, divenendo contessioti a tutti gli effetti, essendosi sposati con gente del luogo.
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