Se la cultura socio-economica fosse più diffusa
avremmo meno politicanti e più uomini di Stato.
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I trasporti sono il motore dello sviluppo economico collegando mercati, persone e merci, facilitando il commercio, l'industrializzazione e la globalizzazione, creando posti di lavoro, stimolando la produttività e l'innovazione, e riducendo le disuguaglianze regionali attraverso l'accesso a opportunità e servizi. Un sistema efficiente riduce i costi e i tempi, ottimizza la logistica, supporta il PIL e contribuisce alla competitività globale, ma deve essere sostenibile e integrato per massimizzare i benefici economici e sociali. |
N. 3 Nel quadro di una nuova e diversa presenza del blog
nel contesto di vita della provincia siciliana (Contessa Entellina),
ci piace affrontare tematiche sul contesto sociale, vigente
peraltro in tutto il resto del Paese e sopratutto nel Meridione italiano
Il crescente sviluppo di trasporti implica (fra altre problematiche che speriamo di dover sviluppare nel tempo) inevitabilmente consistenti impatti dal punto di vista ambientale. È necessario pertanto coniugare gli sviluppi sociali ed economici dei territori con le esternalità negative in termini di salute, sicurezza e situazioni di congestioni.
Con l’introduzione a questa pagina, contiamo di affrontare per qualche tempo il problema dei “trasporti” (=viabilita’) ovviamente con l’occhio posato su Contessa Entellina, realtà umana destinata ancora a perdere popolazione e vitalità in carenza di “visione” e “presa d’atto” della realtà economica e sociale impostasi da alcuni decenni. Il grande economista John Maynard Keynes ha lasciato scritto che per governare i territori si “deve essere, in qualche misura, matematico, storico, filosofo e uomo di Stato” e rispetto al quale “nessuna parte della natura umana e delle istituzioni devono restare al di fuori del suo interesse”.
Siccome sul blog intendiamo occuparci di viabilità/trasporti sul modo di vivere nel terzo millennio e simili visioni, per alcune pagine affronteremo tanti aspetti che sintetizzeremo in quella disciplina che è definita “politica economica”. Lo faremo dal momento che il nostro vasto territorio risente ancor nel terzo millennio, sotto il profilo viario, più di Medio Evo che di Contemporaneità.
Procederemo secondo le leggi che regolano lo sviluppo economico dei territori. Ed una delle leggi che gli economisti conoscono bene è quella che lo sviluppo di un’area si misura dall’incremento degli spostamenti, e già questi -da soli- dimostrano il valore economico della mobilità stessa su una area territoriale. Che vorrebbe dire: la vivacità economica (la ricchezza) di un’area rispetto ad un’altra si coglie proprio dalla crescente domanda di trasporto dei beni.
Avremo modo di cogliere la portata di quanto finora semplicemente evocato.

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