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mercoledì 4 gennaio 2023

Storia Culturale

 
Come veniva letta l'esistenza (10)

  Il lungo cammino per l'affermarsi dell'  Io.

La concezione del mondo medievale era prettamente quello classico tracciato dalla Bibbia. L'ordine di ogni cosa stava nel cosmo creato da Dio, i cieli in alto e la Terra in basso. Tutto perfetto ed immutabile, in un ordine gerarchico a cerchi perfetti.

Quel modello di Universo, ritenuto di creazione divina, venne preso per secoli a modello dell'ordine terrestre, con relative implicazioni di ordine etico e della conoscenza. 

La concezione dell'Io, che spesso veniva identificato all'anima (o parimenti alla ragione), godeva di un ruolo analoga a quello di Dio nel cosmo. Al di sotto di quella tradizionale concezione dell'Io, stavano in posizioni gerarchicamente costituite, le facoltà ritenute indipendenti da esso: la volontà, le passioni ed il corpo.

La persona perfetta doveva attenersi come ancella alla ragione intesa come sopra tracciata, e trasmettere i relativi comandi agli strati inferiori, frequentemente recalcitranti, quali erano le passioni ed il corpo (parti, allora ritenuti disprezzabili dell'uomo).

Dal XIV secolo più movimenti intellettuali e spirituali si mossero contro la concezione prevalente dell'Io.

Il nominalismo

Secondo questo movimento gli esseri umani possono conoscere solamente ciò che colgono i sensi. Al di fuori dei sensi bisogna accogliere la conoscenza rivelata dalle Scritture, interpretate attraverso la Fede.

L'agostinismo

Per questo movimento le aree cruciali dell'essere umano erano gli affetti e la volontà, governati non dalla ragione umana, ma dal cuore. Fu proprio questo movimento a contribuire in massima parte alla disintegrazione della concezione gerarchica negli ambiti del pensiero umano e al crescente biblicismo che sta alla base sia della Riforma Protestante che della Controriforma cattolica. In buona sostanza si valorizzarono il trascorrere del tempo, i cambiamenti culturali e quindi la Storia e si cominciò a porre attenzione ai comportamenti, alla responsabilità sociale, aspetti questi non valutati dalla cultura medievale.

Accadde che se il riferimento del Medio Evo era stato Aristotele, all'alba della Modernità e fino al Seicento ad influenzare la visione dell'uomo in Terra fu l'influsso di Sant'Agostino. Questi additava un rapporto diretto e individuale dell'uomo con Dio in uno sviluppo gradualista che partiva dall'autorità di Aristotele a quella della Bibbia. 

Conclusione: 

Tutto il dibattito di quel periodo restò comunque permeato di dubbi sul valore della ragione e quindi sulla Scienza che cominciava comunque a farsi largo. Permase un offuscamento dei confini tra le diverse facoltà ordinate al di sotto della ragione che lasciava l'Io come unità misteriosa e indifferenziata e che ancora non riusciva ad apprezzare la facoltà che scaturiva dal "cuore".

(Segue)

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