La concezione del mondo medievale era prettamente quello classico tracciato dalla Bibbia. L'ordine di ogni cosa stava nel cosmo creato da Dio, i cieli in alto e la Terra in basso. Tutto perfetto ed immutabile, in un ordine gerarchico a cerchi perfetti.
Quel modello di Universo, ritenuto di creazione divina, venne preso per secoli a modello dell'ordine terrestre, con relative implicazioni di ordine etico e della conoscenza.
La concezione dell'Io, che spesso veniva identificato all'anima (o parimenti alla ragione), godeva di un ruolo analoga a quello di Dio nel cosmo. Al di sotto di quella tradizionale concezione dell'Io, stavano in posizioni gerarchicamente costituite, le facoltà ritenute indipendenti da esso: la volontà, le passioni ed il corpo.
La persona perfetta doveva attenersi come ancella alla ragione intesa come sopra tracciata, e trasmettere i relativi comandi agli strati inferiori, frequentemente recalcitranti, quali erano le passioni ed il corpo (parti, allora ritenuti disprezzabili dell'uomo).
Dal XIV secolo più movimenti intellettuali e spirituali si mossero contro la concezione prevalente dell'Io.
Il nominalismo
Secondo questo movimento gli esseri umani possono conoscere solamente ciò che colgono i sensi. Al di fuori dei sensi bisogna accogliere la conoscenza rivelata dalle Scritture, interpretate attraverso la Fede.
L'agostinismo
Per questo movimento le aree cruciali dell'essere umano erano gli affetti e la volontà, governati non dalla ragione umana, ma dal cuore. Fu proprio questo movimento a contribuire in massima parte alla disintegrazione della concezione gerarchica negli ambiti del pensiero umano e al crescente biblicismo che sta alla base sia della Riforma Protestante che della Controriforma cattolica. In buona sostanza si valorizzarono il trascorrere del tempo, i cambiamenti culturali e quindi la Storia e si cominciò a porre attenzione ai comportamenti, alla responsabilità sociale, aspetti questi non valutati dalla cultura medievale.
Accadde che se il riferimento del Medio Evo era stato Aristotele, all'alba della Modernità e fino al Seicento ad influenzare la visione dell'uomo in Terra fu l'influsso di Sant'Agostino. Questi additava un rapporto diretto e individuale dell'uomo con Dio in uno sviluppo gradualista che partiva dall'autorità di Aristotele a quella della Bibbia.
Conclusione:
Tutto il dibattito di quel periodo restò comunque permeato di dubbi sul valore della ragione e quindi sulla Scienza che cominciava comunque a farsi largo. Permase un offuscamento dei confini tra le diverse facoltà ordinate al di sotto della ragione che lasciava l'Io come unità misteriosa e indifferenziata e che ancora non riusciva ad apprezzare la facoltà che scaturiva dal "cuore".
(Segue)
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