Lo spietato attacco
terroristico avvenuto poco prima di mezzogiorno nella capitale francese contro
il settimanale satirico “Charlie Hebdo”, qualunque sia la sua matrice,
non può che suscitare il massimo orrore e la massima condanna per le vite umane
innocenti che sono state stroncate.
La libertà di espressione,
quella che l’articolo 21 della nostra Costituzione formula in questi termini
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere
soggetta ad autorizzazioni o censure” è uno delle conquiste e dei
baluardi fondamentali della nostra civiltà occidentale.
La libertà di opinione e di
espressione è la bandiera delle società democratiche ed in quanto tale non può
e non deve mai essere ammainata ma sventolare alta; questo continueranno a dire
alle nostre coscienze il direttore di “Charlie Hebdo” ed i suoi vignettisti scomodi
e irriverenti. Come scomodi ed irriverenti si deve essere dinnanzi a tutti i
potentati anti-democratici di questo mondo.
Diceva il più grande
filosofo liberalsocialista del Novecento, Norberto Bobbio, “il riconoscimento
del valore della libertà non deve creare l’illusione della sua eterna durata:
le civiltà antiche non l’hanno riconosciuta; nulla ci assicura che la
riconoscano i nostri nipoti”.
Ecco perchè tutti siamo con la rivista Charlie Hebdo. I terroristi non pensino di avere zittito una fonte scomoda; la Francia è la patria della Rivoluzione: libertà, eguaglianza, fraternità.
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