Nell’ultima crisi irachena vi è un’altra crisi, forse più grave:
quella di Barack Obama e della sua politica. Il presidente degli Stati Uniti
non può ignorare che le condizioni dell’Iraq, anche dopo il ritiro delle truppe
americane, restano una responsabilità morale del suo Paese.
Non può dimenticare
che la nascita a Bagdad di un regime settario, ottusamente sciita, ostile alla
minoranza sunnita, è avvenuta quando il Paese era occupato dalle sue truppe,
non da quelle del suo predecessore . E n o n p u ò nemmeno ignorare,
soprattutto dopo la disastrosa esperienza libica, che le operazioni dall’aria
sono sempre insufficienti e, quando occorre liberare centomila esseri umani,
inutili. Per salvare i prigionieri dello Stato Islamico bisogna intervenire
militarmente sul terreno, respingere le milizie jihadiste, aprire corridoi
umanitari, consentire ai profughi di rientrare nelle loro case o trovare
alloggio in campi protetti. I droni possono soltanto prolungare l’assedio o
addirittura rendere gli islamisti ancora più spietati.
ROBERTO REGGI, ex sindaco Piacenza e coordinatore delle Primarie di Renzi
“Bersani tratta Matteo Renzi da eretico ma tace su chi lo pugnala alle
spalle. [...] Mi sembra di essere tornato allo scontro delle primarie: per
i bersaniani Matteo Renzi era il diavolo; quando è tornato utile in campagna
elettorale, era un santo; adesso è l’eretico di nuovo. [...] L’uscita di
Pierluigi Bersani mi ha sorpreso, perché lui è comunque il segretario e deve
tenere tutti insieme in vista del traguardo, a meno che al traguardo non voglia
andare con tutto il gruppo… non si deve arrabbiare e attaccare una persona
sola, mentre Rosi (Rosy) Bindi e Dario Franceschini lo attaccano alle spalle. Renzi ha la
sfacciataggine di dire le cose con chiarezza, e per primo”.
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