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martedì 3 giugno 2014

Hanno detto ... ...

VITTORIO ZUCCONI, giornalista
=Spero per la Rai (dove ho molti amici e bravi) che la difesa dei sindacati non le porti gli stessi successi che produsse per Alitalia
=Chi domanda sussiegosamente autocritica agi altri, vuole evitare di farsi autocritica. 
Se perdo è colpa tua, se vinco è merito mio.

GAD LERNER, giornalista
Una proposta di legge dei deputati del M5S che vuole tutelare il “Made in Italy” nel campo agro-alimentare è diventata oggetto di scherno per un clamoroso sfondone. 
Nella Proposta di legge presentata dai “cittadini” che siedono in Commissione Agricoltura si può leggere questo passaggio decisamente surreale. “Negli ultimi anni, il fenomeno della contraffazione agroalimentare – in cui sono falsificate l’indicazione geografica e la denominazione di origine dei prodotti immessi in commercio – è esploso in maniera significativa e spesso incontrollabile, danneggiando sia i produttori, che si trovano a operare in un mercato, di fatto, sleale, sia i consumatori, che si illudono di consumare prodotti «made in Italy» ignorando l’effettivo contenuto e la reale provenienza di tali prodotti. Un esempio per tutti: la pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno”. 
Il grano saraceno sarebbe sinonimo di provenienza straniera e non identificata secondo i deputati a 5Stelle, che evidentemente non hanno riletto ciò che hanno scritto oppure ignorano cosa sia il grano saraceno. Lo sfondone del M5S è stato scovato tempo fa da un blog che parla di politiche agricole, Duro di Sicilia, e si è progressivamente diffuso in rete, suscitando una reazione di comprensibile ilarità. 
L’errore, come rimarca questo pezzo di Giornalettismo scritto da Valentina Spotti, sarebbe stato causato da un copia ed incolla fatto male.

CARLO ALBERTO TREGUA, direttore de Qds
Lo scriviamo da diversi anni che mentre casa Sicilia brucia, i pompieri giocano a carte. 
Tradotto dalla metafora, significa che i responsabili delle Istituzioni regionali, Giunta e Ars, i burocrati regionali, i 390 sindaci, i loro assessori e i loro burocrati cincischiano, anziché affrontare di petto la gravissima situazione sociale ed economica. 

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