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mercoledì 5 marzo 2014

Madonna della Favara: III centenario della parrocchia ... ... di Calogero Raviotta

Come evidenziato in un testo già pubblicato (blog del 18 febbraio 2014), quando si parla di "Madonna della Favara" per i contessioti queste tre parole, accostate ad un'altra parola particolare (immagine, confraternita, chiesa, festa, parrocchia, vara, fontana, quartiere) identificano vari eventi, opere, luoghi ed istituzioni. Per far conoscere, in maniera sintetica ma esauriente, dati e notizie sulla Madonna della Favara, riferiti in particolare alla parrocchia, sono di seguito proposti all'attenzione dei lettori alcuni testi del  "III centenario di istituzione della Parrocchia di rito romano a Contessa": presentazione dell'evento culturale del 1998, testo del decreto del 1698,  interventi dei relatori e delle autorità presenti.
Presentazione - Il terzo centenario di istituzione della parrocchia di rito romano è stato celebrato con la partecipazione dell’intera Comunità contessiota (cittadini, clero, amministratori comunali, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private)  principalmente con due iniziative: una culturale (convegno) e l’altra religiosa (solenne liturgia pontificale).
A Contessa Entellina infatti il 6 settembre 1998, nell’aula consiliare del palazzo comunale, si  è svolto un convegno, organizzato dalla Amministrazione comunale e dall’Associazione Culturale “N. Chetta”,  dedicato al “III centenario di istituzione della parrocchia di rito romano di Contessa Entellina: aspetti storici, sociali e culturali”.
Tale iniziativa, dedicata alla ricorrenza locale più significativa del 1998, é stata per i partecipanti un’occasione per conoscere alcuni aspetti della vita sociale, religiosa e culturale degli ultimi trecento anni di Contessa Entellina, come si può dedurre dalle relazioni e dagli interventi, i cui titoli sono riportati in grassetto di seguito (tra parentesi il nome dei  relatori):

* Saluto e presentazione del convegno
 (Rag. Pietro Cuccia, Sindaco di Contessa Entellina)

 * Iniziative legislative e diritti delle minoranze
 (Dott. On. Francesco Di Martino, deputato all’Assemblea Regionale  Siciliana)

* Parrocchie e patrimonio culturale locale (Nino Montalbano, Assessore alla Cultura del Comune di Contessa Entellina)

* Madonna della Favara: immagine, chiesa, congregazione parrocchia, processione, vara.
 (Dott. Calogero Raviotta, Presidente dell'Associazione Culturale "Nicolò Chetta")

*La Festa della Madonna della Favara
(Leonardo Lala - “Narduci”, cultore di lingua e tradizioni arbëreshë)

*La reciprocità tra cultura bizantina e cultura latina.
  (P. Basilio Randazzo, docente alla Facoltà Teologica di Sicilia-Palermo)

*Conclusioni
(S. E. mons. Sotir Ferrara, Eparca della diocesi di Piana degli Albanesi).

Il Prefetto della Sacra Congregazione per le Chiese Orientali, card. Achille Silvestrini, ha inviato al vescovo di Piana degli Albanesi una sua lettera personale per “esprimere l’apprezzamento più sentito per l’opportuna iniziativa”, per “porgere i più vivi rallegramenti per l’importante ricorrenza” e  per invitare la Comunità a rinnovare “l’impegno di comunione ecclesiale e di testimonianza al Vangelo”.
Ai presenti al convegno é  stata consegnata copia del testo della bolla di istituzione della parrocchia, avvenuta il 9 dicembre 1698, di cui viene riportato il testo.
COSTITUZIONE DELLA PARROCCHIA DI RITO ROMANO “MARIA SS. DELLE GRAZIE” DI CONTESSA ENTELLINA.
(Decreto di Mons. Francesco Ramirez,
arcivescovo di Agrigento, 9 dicembre 1698)

Noi Arcivescovo fr. D. Francesco Ramirez dell’Ordine dei predicatori, per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Girgenti, consigliere
- omissis -
Trovandoci in corso di visita in questa terra di Contessa abbiamo notato essere amministrati i sacramenti indiscriminatamente per gli abitanti di rito Latino e Greco. Nella stessa medesima chiesa e nel medesimo Tabernacolo essere conservato per l’uno e l’altro clero il Sacramento dell’Eucaristia in Azzimo e fermentato, dal che avviene che i latini ricevono per lo più l’Eucaristia sotto entrambe le specie. Come spesso essere avvenuto, abbiam saputo da relazioni degne di fede, che passino al Rito greco impunemente contra la disposizione della Santa Memoria di Clemente VIII: infatti dai Cappellani Curati designati per ciascun rito non si distinguono quali sono le pecorelle del proprio Rito. Al quale male dannoso alle anime volendo rimediare a toglierlo del tutto, abbiamo stabilito e decretato, come in vigore della presente, per l’autorità conferitaci dalla Sacra Congregazione concistoriale e dai Sacri Canoni, nel miglior modo, stabiliamo e decretiamo che per l’amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino sia destinata una particolare e separata Parrocchia. E poichè molto sia dei Greci che dei Latini si sono offerti di edificare una nuova chiesa per tale scopo intanto, fino alla edificazione di essa, abbiamo destinato e scelto e destiniamo e scegliamo per la predetta amministrazione dei Sacramenti secondo il Rito Latino e per i fedeli di Rito Latino di questa Terra la Venerabile chiesa di S. Maria delle Grazie, ossia come (dicesi) volgarmente  della Madonna della Favara, che costituiamo in Parrocchia dei Latini, unicamente per l’amministrazione dei Sacramenti da parte del Cappellano Curato dei Latini, nè può trasportarsi il S.S. Sacramento dell’Eucaristia per i fedeli Latini di lì in altra chiesa senza nostra espressa sicura rimanendo per i Greci la medesima chiesa nella quale fino ad ora sono stati amministrati i Sacramenti del loro Cappellano Curato. Con questo tuttavia che nell’una o l’altra chiesa possano celebrarsi le Messe dai Sacerdoti Greci o Latini, come si è osservato fin’ora. Però le funzioni, che sono proprie di ciascun Rito e Chiesa, siano compiute soltanto rispettivamente dai propri cappellani Curati, alle quali, se è invitato il Cappellano Curato di un altro Rito, deve avere la precedenza per urbanità sull’altro cappellano nella cui chiesa si compiono le funzioni.
Solamente nel giorno del Sabato Santo non è lecito suonare le campane nella chiesa dei Latini prima che siano suonate nella chiesa dei Greci.
Appena poi si compie la Chiesa per i Latini nella quale si giudicherà conveniente conservarsi l’Eucarestia per la costruzione di quella Parrocchia dei Latini provvederemo opportunamente e la Chiesa di S. Maria delle Grazie rimarrà nel medesimo stato, nel quale l’abbiamo trovato prima di erigerla a Parrocchia dei Latini;  senza pregiudizio per i Sacerdoti Grechi e Latini; quanto alle funzioni da compiersi in essa. Pertanto acciò la predetta divisione delle chiese per la retta e salutare osservanza dell’uno e dell’altro Rito appaia nel futuro e si osservi in perpetuo abbiamo scritto il presente decreto in Contessa nel corso della visita il nove Dicembre 1698.
Don Francesco Ramirez Arcivescovo - Vescovo di Girgenti.

"Saluto e presentazione del convegno" (sindaco rag. Piero Cuccia)
Sono lieto di porgere il benvenuto a tutti i partecipanti al convegno, che oggi qui si svolge, dedicato al III centenario di istituzione della parrocchia di rito romano di Contessa Entellina.
Saluto gli illustri ospiti, in particolare S. E. mons. Sotir Ferrara, vescovo della nostra diocesi, l’on. Francesco Di Martino, nostro concittadino e deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, i relatori, le autorità ed i rappresentanti delle istituzioni locali, e voi tutti, gentili Signore e Signori.
Nella vita di una comunità alcuni avvenimenti risultano momentaneamente significativi e vengono subito dimenticati, mentre altri si fissano nella coscienza e nella memoria del popolo e quindi durano nel tempo, perché costituiscono il fondamento della sua storia.
L’istituzione della parrocchia di rito romano, tre secoli fa, può essere considerata una delle pietre fondamentali della comunità contessiota, che é nata e cresciuta nella osservanza dei valori cristiani, tenuti vivi dal clero locale, sia  di rito greco che latino.
Per questo motivo il tricentenario di istituzione della parrocchia latina viene considerato l’avvenimento locale più significativo del 1998 e pertanto celebrato, in questa aula consiliare, nel palazzo comunale, che significativamente rappresenta tutta la comunità contessiota.
L’importanza della ricorrenza, che oggi celebriamo non poteva quindi non coinvolgere l’Amministrazione Comunale, che si é impegnata  a dare il suo apporto significativo con la personale partecipazione dell’Assessore alla cultura all’organizzazione del presente convegno.
Nel  1998 la ricorrenza celebrata in questo convegno é la più significativa, ma non la sola, perché nell’anno in corso a Contessa meritano di essere celebrati e ricordati altri avvenimenti di interesse storico, ecclesiastico, culturale e artistico.
Ricorre quest’anno infatti anche il 160° anniversario di costruzione della “vara” della Madonna della Favara, opera d’arte di particolare valore artistico, costruita nel 1838 e restaurata nel 1984, che conferisce una suggestiva solennità  alla processione dell’otto settembre.
Ricorre inoltre quest’anno il 40° di istituzione della parrocchia di Piano Cavaliere, sorta nel 1958 per i residenti del nuovo borgo.
Ricorre il 550° anniversario della venuta a Mazara, nel Castello di Bisiri, dei soldati albanesi, che due anni dopo, nel 1450, fondarono la colonia italo-albanese di Contessa.
Al riguardo posso anticipare che nel 2000 l’Amministrazione Comunale intende celebrare il 550° anno di fondazione  di Contessa con particolare solennità e già dal prossimo anno sarà costituito un Comitato organizzatore, cui saranno chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le istituzioni locali, per celebrare degnamente l’avvenimento.
Ritengo che i fatti, gli avvenimenti ed i personaggi, che hanno fatto la storia del nostro comune, e le opere e le varie testimonianze, che ne costituiscono il patrimonio culturale, devono essere proposte all’attenzione dei cittadini con iniziative come la presente, perché tutti possano conoscere le nostre radici, i valori su cui si regge la vita della nostra comunità.
L’Amministrazione Comunale ha ben accolto la proposta dell’Associazione  “Nicolò Chetta” di organizzare il presente convegno e sarà sempre disponibile a prendere in considerazione   proposte di nuove iniziative finalizzate alla valorizzazione di tutte le espressioni del vasto, peculiare e prezioso patrimonio culturale locale.
Prima di concludere il mio intervento, voglio proporre alla vostra attenzione ancora una ricorrenza di quest’anno, molto personale, che si riferisce ad un nostro concittadino qui presente: il 25° di ordinazione sacerdotale di papas Jani Borzì, al quale porgo i migliori auguri affinché possa continuare ancora per molti anni a svolgere il suo ministero sacerdotale tra noi. Sono certo che anche voi vorrete esprimere al nostro papas Jani questo augurio, che propongo di manifestargli insieme con un caloroso applauso a lui dedicato.
*    *    *

" Iniziative legislative e diritti delle minoranze" (On.  dott. Francesco Di Martino)
Signor Sindaco, Eccellenza, Signore e Signori,
ringrazio il  Comitato organizzatore e l’Amministrazione Comunale per avermi  dato l’occasione di questo incontro.
Dopo aver letto le brevi note che sono riportate sul programma-invito di questo convegno, mi viene spontanea una prima riflessione sulla ricorrenza, che oggi viene celebrata: Ramirez  é stato un vescovo “pluralista”.
Oggi infatti questo vescovo di Girgenti così sarebbe stato certamente definito, per aver saggiamente e correttamente riconosciuto ai contessioti di rito latino di ricevere i sacramenti secondo il loro rito romano, costituendo una parrocchia per loro.
Dobbiamo quindi rendere omaggio a questo vescovo, per aver riconosciuto già tre secoli fa i diritti delle minoranze, ufficialmente previsti negli ordinamenti degli stati moderni, ma non sempre riconosciuti nella pratica attuazione.
La professione di qualunque religione rientra nei diritti naturali di ogni uomo, quindi tutti quelli che pensano di poter vietare o di privilegiare un rito certamente non possono essere considerati democratici, persone tolleranti, ma persone che hanno una visione distorta della convivenza civile.
Non c’é dubbio che nei comuni siculo-albanesi ci sono stati dei contrasti e penso di non sbagliare, perché ho un minimo di esperienza diretta al riguardo.
I contrasti sul rito e la religione spesso nascondono interessi e contrasti di natura politica o di potere. Tutte le volte che si é tenuta distinta la sfera spirituale e religiosa da quella politica, abbiamo visto che i contrasti sono scomparsi o comunque si sono di molto attenuati.
Posso riportare la mia esperienza diretta di amministratore comunale: come sindaco di Contessa per quasi 18 anni, non ho mai fomentato o sollecitato scontri tra i riti, ma ho cercato sempre di portare avanti l’opera di pacificazione ed in ogni caso mai nessun privilegio nei confronti sia del rito greco che del rito latino, mai nessuna discriminazione a favore del rito greco o latino.
Quindi complessivamente ritengo che negli ultimi decenni si é avuta a Contessa un clima di generale pacificazione, che per la verità non si é avuta però nelle altre comunità siculo-albanesi.
Al riguardo ho qualche ricordo appunto non gradevole: avendo presentato all’Assemblea Regionale Siciliana un disegno di legge sulla valorizzazione delle Comunità italo-albanesi  ho ricevuto una lettera di insulti, firmata da alcuni cittadini di Palazzo Adriano, i quali pensavano che tale iniziativa nascondesse chissà quali reconditi interessi contro la comunità di rito latino.
Si trattava evidentemente di fanatici e comunque di persone di scarsa cultura e di debole coscienza democratica, per cui questa lettera non ha avuto nessuna risposta mia personale, perché la risposta é stata data dall’ARS la notte tra il 2 ed il 3 settembre scorso, quando é stato approvato l’articolato di un disegno di legge, che potrà costituire, per la Sicilia, un valido strumento legislativo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale delle comunità italo-albanesi. Manca ancora il voto finale. Ritengo che l’approvazione sia scontata, anche se potrà sorgere qualche piccolo problema, qualora il Commissario dello Stato dovesse impugnare qualche articolo della legge approvata, essendo stati rispettati, in materia di tutela delle minoranze, gli indirizzi della Costituzione e le Direttive contenute in un  Protocollo, firmato dai Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri della Comunità  Europea.
Questo Protocollo, fatto proprio dai vari parlamenti nazionali, considera come diritti inalienabili di ogni persona la tutela della lingua, delle tradizioni e dei costumi delle minoranze.
Quindi quando noi portiamo avanti queste iniziative, sosteniamo di valorizzare tutto ciò che  caratterizza una minoranza cioé tutto quello che rappresenta la loro storia, la loro identità etnica, linguistica e culturale. La loro tutela non é solo un bene per le comunità medesime ma una risorsa per la Sicilia e per l’Italia.
Quindi l’approvazione definitiva del predetto disegno di legge costituirà un valido strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale anche di Contessa, in tutte le sue espressioni, patrimonio che non appartiene ai cittadini di rito greco o di rito latino, ma all’intera comunità locale.

Dopo aver riportato il programma del convegno ed il testo degli interventi del sindaco Piero Cuccia e dell' on. Francesco Di Martino, vengono di seguito riportati i testi degli altri interventi e la cronaca della celebrazione del tricentenario, che è stato caratterizzato da iniziative culturali (convegno del 6 settembre nell'aula consiliare comunale e pubblicazione degli Atti) e iniziative religiose (celebrazione in rito romano il 9 dicembre 1998 nella chiesa della Madonna della Favara).
Il nove dicembre una atmosfera festiva ha animato le vie e le case di Contessa Entellina ed in particolare la chiesa  sede della parrocchia latina: l'illuminazione straordinaria ha ornato il prospetto della chiesa e la via Morea, dalla chiesa fino alla piazza, dove le autorità locali civili, religiose e militari hanno atteso l'arrivo dell'arcivescovo di Monreale e del vescovo di Piana degli Albanesi, la cui  presenza ha contribuito significativamente a solennizzare la storica ricorrenza.
Quando le note della banda musicale hanno annunciato l'arrivo dei due vescovi, accolti dai parroci, dal sindaco e da alcuni fedeli, il corteo con fedeli e autorità si è avviato dalla piazza ed ha raggiunto la chiesa della Madonna della Favara.
Anche se da tempo era stata prevista, nel programma delle manifestazioni, non era presente il vescovo di Agrigento,  il cui predecessore  nel 1698 aveva istituito la parrocchia.
Contessa infatti nel Medioevo, quando era un piccolo casale,  afferiva alla giurisdizione ecclesiastica della diocesi di Girgenti, sotto cui era rimasta fino al 1845, quando fu trasferita sotto la giurisdizione della arcidiocesi di Monreale. Nel 1937 fu trasferita  invece sotto la giurisdizione dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, nuova diocesi istituita per i fedeli di rito bizantino della Sicilia. Nel 1960 anche i fedeli di rito romano sono passati sotto la giurisdizione dell’Eparchia.
La corale locale, diretta da papas Nicola Cuccia, ha accolto con un gioioso canto polifonico i due vescovi nella chiesa parrocchiale latina, di recente restaurata, gremita di fedeli tutta illuminata dagli antichi e nuovi lampadari. L'altare era ornato da tanti fiori. Le autorità hanno preso posto nei primi banchi, il clero ed i vescovi nel coro, molti hanno documentato l'evento con fotografie  e riprese con videocamere.
Prima di iniziare la celebrazione della S. Liturgia mons. Ferrara ha rivolto a mons. Vigo parole di benvenuto e di ringraziamento per aver accettato di partecipare alla celebrazione del III centenario di istituzione della parrocchia latina di Contessa. Ha salutato quindi le autorità, il clero ed i fedeli presenti.
Mons. Vigo ha ringraziato mons. Ferrara, le autorità locali ed i fedeli per la calorosa accoglienza riservatagli ed ha dichiarato di essere lieto di partecipare alla ricorrenza dello storico avvenimento, rilevando quindi l'importanza ed il significato della celebrazione dell'istituzione della parrocchia, da considerare come occasione per ricordare e celebrare tutto ciò che contribuisce alla scoperta delle proprie radici ed alla formazione della propria identità religiosa, culturale e sociale.
La celebrazione della  S. Liturgia, seguita con devozione dai fedeli,  cui hanno partecipano i vescovi, i diaconi ed i sacerdoti di rito romano e di rito bizantino, attorno allo stesso altare, per  pregare il Padre comune, ha creato una suggestiva atmosfera ecumenica, che ha fatto dimenticare e svanire i ricorrenti e sempre più rari e banali atteggiamenti campanilistici di alcuni fedeli, in vero ormai pochissimi, che sono convinti di esprimere e realizzare la loro religiosità identificandosi nel rito di appartenenza e non nei valori spirituali che il Cristianesimo testimonia, aldilà delle differenze etniche, linguistiche, religiose e rituali.
La statua della Madonna della Favara, le cui fattezze riproducono l'antica  immagine del mosaico "Madonna del Muro", venerata a Contessa fino ai primi decenni del secolo XIX, dalla sua nicchia, nel cappellone centrale, sovrasta l'altare, il coro, i celebranti, i fedeli  e tutta la chiesa. Con la sua orientale espressione di "Odigitria" (con la mano destra indica Gesù Bambino)  la Madonna della Favara sembra invitare tutti, greci e latini, ad indirizzare insieme all' unico  Signore  le preghiere di lode, di supplica e di ringraziamento.
Con questo spirito ecumenico il clero ed i numerosi fedeli presenti alla funzione religiosa hanno celebrato il III centenario di istituzione della parrocchia latina, l'avvenimento locale religioso, storico, culturale e sociale più importante dell'anno 1998 a Contessa Entellina.
Questo significato ecumenico è stato anche evidenziato nell'omelia da mons. Vigo ed è stata pienamente realizzata nella concelebrazione eucaristica, cui hanno partecipato i due vescovi.
Questa ricorrenza è stata quindi un’occasione che ha evidenziato principalmente e significativamente che i contessioti hanno il privilegio di poter vivere, arricchire e approfondire la propria religiosità con la spiritualità cristiana della Chiesa d'Oriente (che segue la tradizione del rito bizantino) e della Chiesa d'Occidente (che segue la tradizione del rito romano), grazie alla presenza, da tre secoli, a Contessa, sia della parrocchia di rito bizantino  sia della parrocchia di rito romano.
 IL PATRIMONIO CULTURALE LOCALE E LE PARROCCHIE
(Nino Montalbano, Assessore alla Cultura della Amministrazione comunale di Contessa)
 Questo convegno, dopo appena tre mesi di insediamento della nuova Amministrazione Comunale, é importante perché serve, in un certo senso, a focalizzare la nostra attenzione su un aspetto di vitale importanza della nostra realtà, quello del patrimonio culturale locale.
Contessa é ricca!
Questa affermazione non é determinata da facili campanilismi, perché Contessa é veramente ricca. Basti pensare ad Entella ed a tutta quell'enorme mole di storia e di reperti, che i recenti scavi archeologici ci hanno dato. Basti pensare al Castello di Calatamauro, al Monastero di S. Maria del Bosco, al patrimonio che caratterizza, in maniera forte ed evidente, il nostro paese, cioé la nostra realtà di minoranza etnica, linguistica e religiosa.
Tutto questo é ricchezza, solo che noi non lo sappiamo o non ce ne rendiamo conto. Sulle basi di questo patrimonio potremmo costruire il futuro. E allora mi viene spontaneo, in questo momento, sollevare, nei confronti delle istituzioni ma anche nei confronti di me stesso, una protesta. Vorrei che si dicesse: "basta! é tempo di iniziare un nuovo corso". Vorrei che la storia di questa nostra comunità facesse una grossa sterzata. Bisognerebbe protestare perché é assurdo che una zona archeologica, talmente bella e importante, come quella di Entella, non sia stata ancora valorizzata. Gli scavi proseguono a ritmi blandi e di questo passo la nostra generazione non saprà e non vedrà mai cosa c'é sotto quella terra.
Per non parlare poi del Castello di Calatamauro, letteralmente abbandonato. Mai un intervento, mai una parola. Si, siamo ricchi! Ma a cosa serve avere il "denaro" nel cassetto senza poterlo spendere, senza poterlo barattare con altre cose?
L'abazia di S. Maria del Bosco, nella parte che doveva essere ristrutturata dalla Curia arcivescovile di Monreale, nonostante i finanziamenti, ancora non ha avuto nessun intervento di consolidamento. Noi, come Amministrazione Comunale, abbiamo tentato di stimolare gli enti preposti, ma ancora non si é avuto nessun riscontro, anche se ci é stato assicurato che un primo intervento,   nell'ala del primo chiostro, verrà effettuato.
Nonostante che ci caratterizza il nostro patrimonio arbëreshë,  secondo l'opinione di molti, noi arbëreshë non dobbiamo più esistere e parlare l'albanese a Contessa é diventato difficile. "Perché non parli correttamente" é il rimprovero più frequente che si usa fare. Essere e sentire un certo tipo di appartenenza é diventato difficile a Contessa, tanto da arrivare al punto paradossale che gli arbëreshë a Contessa si sentano ospiti.
Facendo un'altra riflessione, forse un po troppo fantasiosa, si potrebbe far risalire la colpa dell'incuria al luogo diverso di insegnare ai ragazzi. E' infatti mia convinzione che anche il luogo abbia un ruolo determinante nella formazione dell'alunno e se consideriamo che, per dodici anni, siamo stati senza il "luogo" per eccellenza dell'insegnamento, la scuola elementare, che fa parte anch'essa oltre al resto del nostro patrimonio, allora tutto é chiaro.
Dodici anni per ristrutturare una scuola, un monumento, l'opera migliore della nostra storia recente. Un intervento che doveva costare 300 milioni e che oggi, dopo diverse varianti, sta costando un miliardo e duecento milioni. Sui modi, poi, anche la mente eccelsa potrà trarre le sue giuste conclusioni.
Contessa é ricca perché ha anche tantissimi altri posti favolosi da poter far visitare, come le riserve naturali, non ancora troppo valorizzate, e natura a volontà.
Per tutto questo, io, in questa sede e con profondo rispetto per il ruolo istituzionale che copro, mi sento di dire ai nostri giovani, ma anche a tutti gli altri "riprendiamoci il nostro paese", perché Contessa ha già dentro di sé tutto quello che ci serve per costruirci un futuro.
E' proprio dalla consapevolezza di questa enorme ricchezza che vorrei ricollegarmi all'altro punto importante che oggi, forse, in queste giornate di festa investe un pò tutti. Vorrei parlare delle chiese di Contessa, le quali sono per la maggior parte di rito greco. Queste chiese si integrano favolosamente con il paese e restano, ancora oggi maestose. Sono legate molto spesso ad un quartiere, tranne per le due principali, e diventano nelle giornate di festa punto di riferimento per la gente, che le visita mentre molte di esse rimangono chiuse per la maggior parte dell'anno.
La chiesa dedicata alla “SS. Annunziata e S. Nicolò”, sorta  nel luogo dove era la chiesa del vecchio casale, durante la venuta degli Albanesi, fu nel seccolo XVI demolita e riedificata. Durante i recenti lavori di ristrutturazione é stata trovata una cripta identificata come l'originaria chiesa, che aveva una entrata diversa dall'attuale. Questa chiesa é ricca di numerose tele e di un archivio risalente ai primi anni del 1600.
La chiesa “Maria SS. delle Grazie”, detta della Favara, venne costruita dopo la riedificazione del Casale, secondo la leggenda, dopo che fu rinvenuta una lastra di pietra con l'effigie della Madonna. Nel 1698 dai greci venne provvisoriamente ceduta ai latini, come sede provvisoria della parrocchia di rito romano, riservandosi però  il diritto di celebrare alcune festività, tra cui quella dell'otto settembre.
Attorno all’anno 1980 sono stati effettuati vari restauri: vara della Madonna, statuta di S. Antonio, il Crocifisso, l'organo a canne. Sono stati effettuati anche degli interventi strutturali, alla fine dei quali la facciata é stata adornata di una maiolica.
Anche questa chiesa ha un'archivio che risale al 1700.
La chiesa di S. Rocco afferisce alla chiesa greca e fu fondata verso il 1700 e riedificata nel 1744.
La chiesa del Purgatorio fu ricostruita verso il 1700 ed appartiene alla parrocchia greca.
La chiesa dell'Odigitria, la cui origine risale alla venuta degli Albanesi in Sicilia, é rimasta incompiuta.
Quello che però più caratterizza le parrocchie, oltre al patrimonio strettamente artistico, sono le attività di vario genere, di cui si fanno promotrici e che coinvolgono molti giovani.

(terzo centenario della parrocchia latina - continua)

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