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Europeisti a parole, ma …
Gli anni ottanta del Novecento si chiudevano con l’Italia come sempre in ritardo nei riguardi del processo di realizzazione dell’Europa Unita; allora il problema era il definitivo processo d’unificazione commerciale con la progressiva entrata in vigore delle normative previste dall’Atto unico europeo. Si era praticamente nella fase iniziale di discussione e redazione delle clausole di un nuovo Trattato sull’Unione europea e il nostro paese (da sempre europeista a parole, ma inadempiente e ritardatario nei fatti) cominciava a temere le conseguenze del ritardo.
Il debito pubblico
Serviva, lo segnalavano le istituzioni europee, un forte inasprimento del sistema fiscale, ma la classe politica (il pentapartito) tardava rispetto all’obbligo di bene governare temendo ricadute sul piano del consenso elettorale. E, lo Stato, di contro nulla riusciva a fare per rimediare ai forti dislivelli di reddito, e conseguentemente per omologare lo stile di vita, fra Nord e Sud. A tutto questo si aggiungeva quella che era la consolidata cultura della corruzione e il diffuso sistema della criminalità organizzata che si presumeva avere contatti con uomini interni alle istituzioni.
Tentativi di porre rimedio
L’incapacità o comunque l’inerzia della politica rispetto alla gravità degli effetti non potevano che prendere un corso improvviso e imprevisto per la classe politica, che pure aveva diagnosticato lo stato della situazione ma rinviato in avanti le soluzioni. Gli storici ritengono che la fine della Prima Repubblica non fu solo mancanza di chiaroveggenza politica. Le oligarchie politiche che avevano governato dal secondo dopoguerra avevano la convinzione che nessun organo o sistema istituzionale potesse intaccare il sistema, che in più aspetti mostrava aspetti di corruzione, motivo per cui il rinnovamento istituzionale sempre annunciato non pigliava mai corpo. D’altronde il corpo elettorale quasi stabilmente rimaneva fedele alla Democrazia Cristiana ed ai suoi minori alleati del “pentapartito”. Ma la fragilità del sistema non poteva tardare …a manifestarsi.
Ci proponiamo di dedicare alcune pagine
alla transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica
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