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giovedì 1 dicembre 2022

Era l'1 Dicembre

1640

Il Portogallo riacquisisce l’indipendenza dalla Spagna.

1822 

Pietro I viene incoronato imperatore del Brasile. 

Il 16 dicembre 1815 venne creato, come conseguenza diretta della traslatio imperii, il Regno di Portogallo, Brasile e Algarve, sicché l’indipendenza brasiliana configurerebbe un caso di distacco più che di decolonizzazione. Nell’aprile del 1821 João VI si imbarcò per ritornare in Portogallo, dove l’anno precedente, il 24 agosto, la popolazione di Oporto si era ribellata ai britannici, seguita dappresso da quella di Lisbona, nel mese di settembre. In Brasile il potere rimase nelle mani del figlio di João VI, Dom Pedro, che il 9 gennaio del 1822 (« o dia do fico ») annunciò che non sarebbe ritornato in Portogallo. In breve tempo gli eventi precipitarono: nel mese di agosto il principe dichiarò nemiche tutte le truppe portoghesi approdate in Brasile senza il suo consenso, mentre il 7 settembre proclamò l’indipendenza a Ipiranga (San Paolo) annunciando che l’alternativa ad essa sarebbe stata la morte. Dom Pedro divenne così imperatore del Brasile.


1824

In un caso unico nella storia degli Stati Uniti, nessun candidato alla presidenza riceve la maggioranza dei grandi elettori e la Camera dei rappresentanti deve decidere il vincitore come previsto dalla costituzione.


1913 

La Ford introduce la prima catena di montaggio, inaugurando l’era della produzione di massa.


1959

Dodici Stati, tra cui Stati Uniti e Unione Sovietica, firmano il Trattato Antartico per la definizione d’uso delle parti disabitate dell’Antartide. Sotto il profilo positivo, questo continente è la più vasta e forse la prima «zona di pace» smilitarizzata e denuclearizzata del mondo. Non vi sono mai stati scontri armati da quando è entrato in vigore il Trattato Antartico del 1959, che proibisce le operazioni militari. Nemmeno durante il conflitto anglo-argentino del 1982, che è iniziato e si è concluso nelle sue vicinanze, nella Georgia del Sud e nell’arcipelago delle Sandwich australi. Queste isole, dove tuttavia si è combattuto di meno, non rientrano nell’area del Trattato.


1970

Il Parlamento italiano vara la legge sul divorzio. Dopo il Senato, alla Camera i voti per l'approvazione definitiva sono 319 si contro 286 no.


1982

Amintore Fanfani forma il suo quinto governo.


1989

Papa Giovanni Paolo II riceve  Michail Gorbačëv in Vaticano.


Tramontato il sogno di una costituzione
europea, si tenta di portare quanto più
possibile a frutto il progetto di un’Europa unita
 col Trattato di Lisbona del 2007.

Il Trattato rappresenta un complesso
passaggio che rafforza alcuni elementi della
sovranazionalità ed altri dell’intergovernalismo,
lasciando tuttavia irrisolti nodi importanti come
 il deficit di democraticità delle istituzioni,
la scarsa partecipazione popolare,
la distanza tra organismi dell’UE e i cittadini. 






2009 

Entra in vigore il trattato di Lisbona sull’Unione Europea.

Lo Stato dell’Unione Europea. L’Europa ha fornito al mondo le basi culturali, artistiche ed economiche della convivenza civile e in questa circostanza storica ha il dovere di recuperarle anche per sé stessa. Per raggiungere questo risultato, l’unificazione politica perseguita nel dopoguerra resta la via maestra, ma si è coscienti che esistono ostacoli culturali apparentemente insormontabili al suo raggiungimento, soprattutto se si intende superarli ponendo regole di natura economica sempre più strette tra i paesi membri. Il mercato comune ha dato importanti contributi al benessere della popolazione europea. Cessata la divisione politica in blocchi dell’Europa, ereditata dalla tragedia bellica, si è ritenuto fosse giunto il momento di fare un passo avanti con il mercato unico che, per essere tale, ha implicato la nascita della moneta unica, l’euro; questa, a sua volta, ha sollecitato l’imposizione di vincoli sempre più stringenti sulle politiche fiscali nazionali. La perdita delle sovranità nazionali in materia monetaria e le limitazioni a quella fiscale non hanno trovato compensazione nell’attivazione di strumenti equivalenti a livello europeo; né la crescita della produzione reale e dell’occupazione avuta con il mercato unico è stata tale da colmare gli effetti dei trasferimenti di sovranità. Avendo concesso ai paesi membri di optare o meno per l’euro, l’Ue ha ammesso una sua prima frattura. La crisi di alcuni debiti sovrani ne ha prodotto una seconda all’interno dei 17 paesi dell’Eurozona, aggravando gli ostacoli al raggiungimento dell’unificazione politica.

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