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venerdì 5 agosto 2022

Taiwan come l'Ucraina. Per la Cina l'Isola è una sua provincia

Oltre alla crisi ucraina adesso 

dobbiamo aggiungere la crisi taiwanese.

L'Isola è già preda di un blocco aereo e navale cinese, che inibisce il commercio in entrata ed in uscita. Alcune fonti occidentali immaginano che alla Cina non serva un’invasione militare vera e propria, in quanto è già in grado di ottenere gli stessi risultati con il sostanziale assedio imposto all'isola.

Il cordone sanitario blocca o rallenta molte delle rotte navali con l’esterno e interferisce pure con il traffico aereo. Sul piano di principio, con le ripetute violazioni delle acque e dello spazio aereo, si punta a dimostrare che Taiwan «è cinese a tutti gli effetti». Nella sostanza i rapporti di Taiwan con il resto del mondo sono alla mercé dell’arbitrio di Pechino. 

Pechino pare stia simulando una «sanzione economica» che  può -quando lo decide- applicare all’Occidente con gravissime conseguenze sulle economie occidentali, tutte largamente dipendenti dalla Cina. 

 Lo strangolamento già in atto dell’economia taiwanese è il mezzo di pressione più efficace per convincere la popolazione dell’isola che non solo deve rinunciare ad ogni velleità di indipendenza, ma deve prepararsi ad uno scenario di riunificazione alle condizioni dettate da Pechino: non c'è nulla da trattare! Cosi sembra di capire.

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