I Fasci Siciliani
Gli stessi repubblicani, da sempre inconciliabili con gli internazionalisti, provano a trovare una intesa per abbattere lo stato sabaudo. Nella notte del 2 agosto 1874 la Polizia arresta tutti i dirigenti repubblicani, fra cui Aurelio Saffi, che nel 1849 era stato triunviro nella Repubblica romana. Quel 1874 fu effettivamente un anno di vivaci ed estese rivolte ed il giovane stato sabaudo sembrò vacillare.
A guidare le rivolte erano movimenti sovranazionali, persino Bakunin che, con documenti falsi, da Bologna guidava le rivolte intese ad instaurare in Italia un regime analogo alla Comune di Parigi. La polizia il 5 agosto arresta Andrea Costa, cervello italiano dell'insurrezione. Nel sud è Enrico Malatesta a guidare le rivolte.
Dopo vari focolai un pò in tutta la Penisola, la rivolta per abbattere la Monarchia ed instaurare una Repubblica apparentata alla Comune di Parigi ed il relativo piano insurrezionale per la rivoluzione sociale, sembrano ormai evidenti che sono destinati a fallire e già nel maggio 1875 iniziano su tutto il territorio nazionale i processi contro gli internazionalisti, dai quali già da mesi aveva preso le distanze lo stesso Giuseppe Garibaldi.
Le prime condanne inflitte, a Roma, Firenze ed altrove rasentano i dieci anni per ciascun internazionalista. Fra questi c'è Enrico Malatesta nei confronti del quale il Pubblico ministero, rivolto ai giurati dice: " Se voi non condannerete questi uomini, essi verranno un giorno a levarvi le vostre donne, a stuprare le vostre figlie, a rubarvi la proprietà, a distruggere il frutto del vostro sudore, e voi resterete rovinati e miserabili con il marchio di disonore sulla fronte". Malgrado quella violenta, irreale requisitoria, il processo si concluse con l'assoluzione di Malatesta e dei suoi compagni.
Anche a Bologna si tiene un processo contro una settantina di internazionalisti, fra cui c'è pure Andrea Costa che sarà poi uno dei padri del Socialismo italiano. Un giornale dell'epoca così descrive il Costa dietro le sbarre: "E' un giovane smilzo, roseo, sorridente, dalla fronte ampia e dalla figura piccina. Ha gli occhiali sul naso e un fazzoletto in mano". Ad assistere al processo ci sono i giovani Leonida Bissolati e Filippo Turati, futuri leader del socialismo italiano. In favore di Andrea Costa testimonia Giosue Carducci, maestro dello stesso Costa nell'Ateneo bolognese. Nel corso del processo si guadagna la simpatia generale ed i giurati riconoscono la piena assoluzione.
Dalla prossima pagina riprenderemo il filo del confronto fra la Destra e la Sinistra storiche.
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