StatCounter

martedì 7 giugno 2022

Riflessioni da terzo millennio ... come in democrazia si affrontano i problemi

 Una guerra vera in terra europea

Il mondo si è stabilizzato nel suo stato di crisi,

Problemi irrisolvibili?

Siamo entrati, come umanità, ancora una volta nell'età del disordine? Una guerra nel cuore dell'Europa non è affatto un buon segnale: il disordine rappresenta per i popoli un periodo dominato anzitutto dalla paura, ma a rifletterci bene, esso (il disordine) è figlio dell'ignoranza. Qualcuno in qualche parte del pianeta ha scelto un percorso che sa di caos.

Qualcuno aveva scelto la globalizzazione come rimedio soddisfacente per la pace, per la crescita umana, l'uscita dal sottosviluppo di chi stava indietro e persino per il riequilibrio ambientale. C'è da stabilire adesso se quelle promesse, quei presupposti erano errati o se da parte di qualcuno si stanno forzando "equilibri" ritenuti insoddisfacenti per la sopravvivenza personale alla guida del proprio paese. Per quanto riusciamo di capire da semplici osservatori lontani, lontanissimi dai centri decisionali, riteniamo che qualcosa nei presupposti della "globalizzazione" non è purtroppo andato per il verso giusto. Come non accorgerci che il mondo, l'umanità è finita in mano al predominio della "Finanza" e che la produzione, il lavoro è divenuto una semplice casella a disposizione della finanza?

La guerra nel cuore dell'Europa non è scoppiata all'improvviso, è da un paio di decenni che   in ambito "locale" i segnali lasciavano intendere che qualcosa non funzionava.

Nessuno addebita in maniera diretta la responsabilità della guerra alla globalizzazione in sé; questa se la analizziamo da vicino non è molto diversa dalla "stragrande massa di emigranti" dell'Ottocento quando milioni di europei, di capitali, di merci e di saperi si spostarono verso il "nuovo mondo". Allora il malessere nel vecchio continente si pensò di fermarlo, di congelarlo, con il nazionalismo (sfociato nel fascismo e nel nazista) e con due guerre mondiali e al prezzo di 70milioni di morti.

Oggi, in giro serpeggia tanta paura e tanta volontà in direzione di un risorgente nazionalismo. Forse si è ancora in tempo per fermarlo, ma serve una nuova politica, un governo più complessivo delle cose del pianeta che faccia evitare ai governi dei singoli paesi di scaricare le tensioni sui paesi limitrofi. Ci sono problemi planetari (migrazione, finanza, povertà, clima ed ineguaglianze) che non possono lasciarsi alla conduzione dei singoli governi. Questi problemi planetari quando sono retti dalla destra nazionalista non trovano soluzione diversa dalla guerra. E non si tratta di situazioni caratteriali del Putin di turno. No! I governi che non sanno affrontare la realtà (veramente ed oggettivamente complessa!) per provare a sopravvivere distraggono le popolazioni con la guerra. 

Nessun commento:

Posta un commento