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venerdì 2 luglio 2021

Il già visto. Grillo non ha inventato nulla; già nel dopoguerra ci fu il partito dei "qualunquisti"

Una storia vera per tutti gli amici

che in tempi passati invadevano le pagine Fb 

col loro entusiasmo qualunquista/populista.

 Nell'immediato dopoguerra l'Italia era veramente divisa in due: il fronte progressista capeggiato dai socialisti, allora un poco più forti dei comunisti, e quello dichiaratamente conservatore, capegiato dalla Democrazia Cristiana e tutte le destre al seguito.

 In quel quadro molto ideologizato spuntò fuori un giornalista-tribuno, Guglielmo Giannini, equivalente sotto certi aspetti all'odierno populista Grillo, che riuscì a far eleggere ben 30 deputati alla Costituente e che ottenne grandi successi in molte città del Sud, non solo per la Costituente ma anche nelle amministrative del 1946. 

 Per Giannini, che gridava nei comizi (proprio come un grillo parlante), Destra e Sinistra pari erano. Ovviamente aveva torto, così come oggi ha torto Grillo. Certamente nè destra nè sinistra rispettano sempre gli intenti di voler raggiungere i loro orizonti di principi, lo dimostrano le attuali destre italiane e il pd dei nostri giorni, tuttavia il populismo non può avere dignità politica dal momento che nasce come rivolta e non come proposta.

  Torniamo a Giannini in quel frammento storico che -comunque- vide oltre alla vittoria della Repubblica sulla Monarchia, il varo di una Costituzione democratica il cui padre, Pietro Nenni, leader allora del primo partito della Sinistra, il socialista, è rimasto riconosciuto nella coscienza civile  come il vero Padre della Repubblica, essendo stato colui che  vi credette di più e che per la Repubblica si battè con maggiore impegno e convinzione, peraltro  nel ruolo di ministro per la Costituente per più di un anno, -in quel frangente storico dicevamo- la pattuglia dei "qualunquisti" irrideva i partiti politici e sciorinava discorsi "populisti". Proprio alla maniera grillina.

Dopo il successo elettorale dei populisti-"qualunquisti", arrivò per loro inevitabilmente pure il tempo dei problemi. E come assistiamo oggi con i "grillini", la pattuglia degli eletti di Giannini rapidamente iniziò a liquefarsi in tendenze opposte. La più lesta ad appropriarsi di quegli eletti "privi di principi"  fu la Dc che avviò una campagna acquisti nelle sue file. Giannini, da parte sua, indignato dell'abbandono di alcuni suoi uomini, iniziò ad espellerne altri, accusandoli di derive dittatoriali.

Dal né destra né sinistra di pochi mesi prima gli eletti di Giannini passarono ad una oscillazione fra sinistra e destra. Proprio come i populisti dei nostri giorni. Alla fine il gruppo parlamentare non intese più dare retta a Giannini e quegli uomini (che continuavano a dichiararsi nè di destra nè di sinistra) provarono a curare inevitabilmente interessi personali, offrendosi in più casi al ... 

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