OTTAVIANO DEL TURCO, già co-segretario generale Cgil
DOMANDA del giornalista: La modifica dell’articolo 18 prevederebbe, al posto del reintegro, un indennizzo economico per i licenziamenti ingiusti. La minoranza Pd obietta solo che la riforma provocherebbe più licenziamenti. Lei cosa dice?
RISPOSTA:
Penso
che sia una sciocchezza. Un imprenditore che ha lavoro e dipendenti che
lavorano non ha nessun interesse a licenziare. Al contrario, si tiene i
dipendenti ben stretti.
L’unica cosa che rinnova davvero la riforma
dell’articolo 18 è che finalmente saranno le dinamiche di mercato a determinare
il destino di un’azienda, non gli aiuti di Stato. Su questo aspetto la vicenda
della Fiat è esemplare. Perché infatti in questi giorni Marchionne scopre Renzi
mentre Della Valle dice che è un sòla? Perché quest’ultimo, da sempre amico del
premier, oggi parla da azionista di Italo e accusa Renzi di non aver sostenuto
la sua compagnia contro Trenitalia. Insomma, lamenta di non aver ricevuto il
solito aiuto di Stato. Dall’altra parte l’addio di Montezemolo e il rinnovo al
vertice della Ferrari rappresentano il cambio di mentalità di un’azienda,
che è stata creata ad uso e consumo degli Agnelli e che non viveva per il
merito, ma per gli aiuti di Stato. Con Renzi è diventato difficile vivere facendo
l’occhiolino al politico di turno. E quindi è partita contro di lui una
campagna per destabilizzarlo come avvenne con Craxi. Non ci riuscirono con il
referendum sulla scala mobile.
Ci riuscirono solo dopo molti anni e per via
giudiziaria.
MICHELE SALVATI, editorialista Corriere della Sera
Per ripulire le stalle di re Augia, Ercole ricorse a un metodo drastico: deviò due fiumi e ne fece passare le correnti attraverso le stalle. Un metodo rapido e efficace. Un metodo altrettanto rapido ed efficace non esiste per l’Italia: una corrente vorticosa, insieme alla sporcizia, si porterebbe via le stalle. Fuor di metafora, ci porterebbe al disastro.
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