Il 3 ottobre di un anno fa il canale di Sicilia era
mare pieno di morti.
Trecentosessantotto ne avrebbero raccolti i soccorritori a Lampedusa; corpi di donne, bambini e uomini ignari e spaventati, stipati in un barcone che
non li contenne e su cui speravano di poter raggiungere un luogo in Europa in
cui poter vivere da esseri umani. Si imbatterono invece in una «strage di innocenti».
Quelle sono state alcune delle decine di migliaia di
vittime che ogni anno tentano l’impresa: una impresa che più umana non può
essere, vivere da esseri umani.
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